Intervista a Denis Urubko al Gasherbrum I: “Voglio fare una cosa nuova, in stile sportivo, stabilire un record"

Denis Urubko è in Pakistan per scalare il Gasherbrum I in inverno in solitaria. Lo abbiamo intervistato per farci raccontare la sua spedizione

Denis Urubko è già in cammino lungo il Baltoro in questi giorni, a breve raggiungerà il campo base del Gasherbrum I, che con i suoi 8080 metri è l’undicesima montagna più alta della Terra. L’obiettivo dell’alpinista russo, naturalizzato polacco, è di realizzare quella che per lui è la prima salita invernale dell’8000.

Per Urubko il Gasherbrum I non è mai stato salito in inverno

Il Gasherbrum I è una delle due montagne di ottomila metri non ancora conquistate in inverno, il che è attraente. Voglio fare una cosa nuova, in stile sportivo, stabilire un record… La montagna è una piramide molto bella, in un Paese che mi interessa dal punto di vista culturale e le persone sono positive” ci dice Denis Urubko, che siamo riusciti a contattare in una pausa dal trekking sfruttando la poca connessione internet.

In realtà, storicamente il Gasherbrum I viene considerato già salito in inverno: Adam Bielecki e Janusz Gołąb ne raggiunsero la cima il 9 marzo del 2012, data che però per Denis, il più accanito sostenitore del calendario delle stagioni meteorologiche, rientra nella primavera. Ed è per questo motivo che la considera una prima invernale.

Il ritorno di Urubko alle invernali sugli 8000

L’ultima volta che lo avevamo visto in inverno su un 8000 era stato durante l’inverno 2019/20 e la montagna scelta era stata il Broad Peak, anch’esso scalato per la prima volta dopo l’inizio della primavera meteorologica, il 5 marzo 2013, da Maciej Berbeka, Adam Bielecki, Tomasz Kowalski e Artur Małek.  “Le spedizioni di 8000 m in Himalaya e Karakorum sono molto costose, in inverno incredibilmente troppo. Quindi non posso organizzare spesso” ci risponde quando gli chiediamo cosa lo ha spinto a tornare solo ora all’alpinismo invernale himalayano. “Non c’erano soldi, ma per fortuna Oleg Vaitman, un amico russo, mi ha aiutato, così come il Presidente del Club Alpino Polacco, Boguslaw Magrel. Tutto questo è successo solo a metà dicembre, quando l’inverno era già arrivato da tempo, per questo sono andato in Pakistan così tardi”.

E infatti la partenza per il Pakistan è avvenuta solo il 30 dicembre. Come fatto nelle sue ultime spedizioni, Urubko ha iniziato la fase di acclimatamento sulle montagne circostanti a Skardu, che ha raggiunto a fine della prima settimana di gennaio. “Le temperature nelle valli sono di meno 10-15 gradi durante la notte, meno 3-5 in giorno. È strano che la stagione sia secca, ma questo potrebbe cambiare già domani. Sono salito su una cima a 4530 m vicino a Skardu, dove ho passato la notte per acclimatarmi. L’inverno, come nelle Alpi, è freddo, mi abituerò”.

Il piano di Urubko per il Gasherbrum I

Il 12 gennaio la partenza per Askole, ultimo villaggio prima di iniziare il trekking lungo il Baltoro. Con lui, a parte un cuoco e l’ufficiale di collegamento, ci sarà Hassan, un alpinista pakistano che si era fatto notare la scorsa estate al Nanga Parbat e al K2, dove cercò di aiutare Muhammad Hassan, che poi morì scatenando profonde discussioni su come l’alpinismo si sia trasformato nei suoi valori.  

Il pakistano Hassan accompagnerà Denis Urubko solo fino a campo 2, circa 6500 metri, poi procederà in completa solitudine. “La parte inferiore del percorso passa attraverso le cascate di ghiaccio ed è molto pericoloso da solo. La parte superiore della via presenta un grande dislivello e sezioni tecniche che richiedono un’elevata preparazione, non posso esporre qualcuno a questo rischio. Ma sono sicuro di me stesso – se c’è una possibilità, allora la userò”.

Per massimizzare le possibilità di successo, che per le invernali sugli 8000 sono scarse e lo diventano ancora di più se si decide di proseguire da soli (anche se ci si chiama Denis Urubko), la decisione è di salire per la via normale: “È la linea più semplice verso l’alto. Mi è familiare, l’ho salita già due volte, conosco tutte le sezioni, lo stato. Se non c’è un aumento del pericolo di valanghe, il rischio oggettivo è minimo, tutto dipende dalla persona”. Non è poco, ma se c’è un uomo che può farcela fisicamente e mentalmente, probabilmente questo è Urubko.

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