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Crediti immagine: Raychel Sanner via Unsplash

I fichi d’India sono anche sulle Alpi

Opuntia ficus- indica, una pianta della famiglia delle Cactacee sta invadendo le Alpi. La poca neve e le temperature sempre più alte sono le cause della loro diffusione e prosperità.

Passeggiando tra i sentieri delle Alpi, in Italia e in Svizzera, è facile oggi imbattersi oltre che nella variegata flora apina di conifere, castagni, faggi, piccoli cespugli di arbusti di pino mugo anche in una pianta inaspettata: il fico d’india. Cerchiamo di capire come mai questa e altre specie appartenenti alla famiglia delle Cactacee stanno letteralmente invadendo le montagne.

Una pianta tipica del mediterraneo che ha perso l’orientamento?

La Opuntie ficus- indica o più comunemente conosciuta come fico d’india è una pianta succulenta originaria del centro America. Poi naturalizzata in Europa, ora la ritroviamo principalmente in tutto il bacino del mediterraneo e solitamente ne consumiamo i suoi deliziosi e carnosi frutti spinosi. La sua diffusione è dovuta inizialmente all’interesse per l’allevamento della cocciniglia del carminio un parassita che trova dimora in questa pianta che veniva e ancora oggi utilizzato per la produzione di coloranti. La sua distribuzione ha reso caratteristici e definito i tratti di quelli che sono i paesaggi di Sicilia, Calabria e Basilicata.  La sua elevata resistenza alla siccità e avversità all’umidità ha reso possibile la sua distribuzione nelle zone aride secche del Sudafrica, Madagascar e Australia, Tunisia e Turchia. Ciò che appare strano oggi però è che queste piante stanno spostandosi verso zone mai viste prima come i pendii di montagna. Le cause? Il suo carattere infestante e il cambiamento climatico.

Fico d’India una specie un po’ troppo invadente

Dal Cantone Vallese in Svizzera parte l’allarme di una diffusione ormai incontrollata di queste specie. Tanto che un piccolo paesino della Svizzera ha proprio lanciato una campagna di disinfestazione per agire e tamponare le conseguenze della espansione dei fichi d’india. Nel Cantone i biologi che stanno monitorando la situazione registrano che quasi il 20-30% della copertura vegetativa bassa sia costituta da piante del genere Opuntia e il problema si estende anche al Canton Ticino e dei Grigioni. Anche le Api italiane risentono di questo, infatti in Valle d’Aosta e Valtellina sono presenti queste cactacee in maniera sempre più abbondante e a quote sempre più alte. Ma perché una specie, amante dei climi aridi e caldi si ritrova in ambienti cos’diversi? La causa è da attribuirsi alle temperature e alla variazione delle condizioni climatiche che stanno subendo gli habitat montani. Infatti, questi cactus non hanno grossi problemi con le basse temperature (possono sopportar anche temperature fino a -15°C) ma ciò che minaccia la loro sopravvivenza è l’umidità. Per questo la mancanza di neve e le temperature medie sempre più alte sta decisamente favorendo il loro spostamento di areale.

Poca neve e tanto spazio per diffondersi a discapito della biodiversità locale

Ormai è più che dimostrata la continua riduzione delle nevicate e la minor resistenza del manto nevoso sulle montagne, ne parlavamo a gennaio in un articolo dedicato (qui). Questo sta portando a delle modifiche nel territorio sempre più evidenti. Per esempio, la mancanza di copertura nevosa comporta dei cambiamenti al terreno e alla fauna e la flora locali con aspetti positivi e negativi. Cosi’, animali e specie vegetali iniziano a trovare le condizioni favorevoli alla riproduzione e aumenta la possibilità di popolamento dell’habitat. Chiaramente, se il processo di naturalizzazione si fermasse qui avremmo solo un arricchimento di biodiversità. Tuttavia, il passo verso una vera a propria invasione accade sempre più di frequente. La diffusione di specie aliene (perché non autoctone ovvero tipiche dell’habitat) è un fenomeno monitorato e studiato da diversi anni. Ogni specie ha una sua storia ma le cause che portano poi a una vera e propria invasione sono da rivedersi molto spesso in una modifica degli ambienti per mano umana per via di attività di urbanizzazione, industrializzazione e agricole. In questo caso, le conseguenze del cambiamento climatico stanno facendo diventare le montagne sempre meno umide e fredde con escursioni termiche molto ridotte. Questo e la riduzione continua di neve, che lascia scoperto il terreno sta rendendo possibile lo spostamento di specie come i fichi d’india dal mediterraneo verso alte quote con possibili ripercussioni sull’equilibrio della flora autoctona e danni alla biodiversità locale. Si stanno rivelando delle vere e proprie monopolizzatrici di suolo perché con la loro presenza riducono la crescita del resto della vegetazione alpina. Oltretutto sono molto resistenti e spesso diventa molto complicata la loro eradicazione. Si cerca quindi di attuare alcuni accorgimenti per arginare, e ridurre al minimo danni importanti. Per esempio, viene sconsigliato la scelta di queste specie in programmi di riforestazione urbana.

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