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Foto da : Recent waning snowpack in the Alps is unprecedented in the last six centuries su Nature Climate Change.

In 600 anni mai così poca neve sulle Alpi: se non vogliamo ascoltare gli scienziati, ascoltiamo Il Ginepro comune

Dall’ultimo studio pubblicato su Nature Climate Change emerge un quadro drammatico per la durata della neve sulle Alpi. È da un secolo che non si osservava così poca neve sulle Alpi.

Negli ultimi 50 anni sulle zone Alpine è stata osservata una riduzione del 6% annuo della durata media di copertura nevosa. Questo è quello che emerge da uno studio pubblicato: Recent waning snowpack in the Alps is unprecedented in the last six centuries su Nature Climate Change, frutto della collaborazione del team di ricercatori dell’Università di Padova e dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna coordinato dal prof Marco Carrer del Dipartimento Territorio e Sistemi AgroForestali di Padova.

Neve: non solo un elemento fondamentale nel ciclo idrogeologico

La neve e la copertura nevosa da ormai più di trent’anni sono sotto studio costante da climatologi e glaciologi per la sua estrema importanza. La neve oltre ad essere un elemento del ciclo idrogeologico, influenza fortemente l’equilibrio dei ghiacciai grazie all’isolamento termico e l’albedo. 

Ma non solo, la neve è la risorsa che sostiene la domanda di acqua per gli esseri umani e le attività socioeconomiche di diverse nazioni oltre che influenza l’attività riproduttiva di specie che sono dipendenti dalla neve e dalle basse temperature. Nonostante la sua variabilità stagionale conclamata tra inverno ed estate, la neve sulle Alpi sta diventando sempre più effimera

In sostanza si è arrivati a una durata di 30 giorni in meno rispetto alla media. «Per lo studio dei cambiamenti climatici è necessario disporre di un’ampia prospettiva temporale. Purtroppo, le informazioni riguardanti il manto nevoso vengono generalmente raccolte solamente da pochi decenni – spiega il dottor Michele Brunetti del Cnr-Isac -. Da qui la necessità di guardare oltre l’orizzonte fornito dai dati strumentali e trovare altre fonti che ci permettano di estendere a ritroso nel tempo le informazioni climatiche necessarie.» Per questo la ricerca si è focalizzata sull’analisi delle specie vegetali che possono essere viste come un archivio climatico da cui attingere per avere risposte.

Il Ginepro Comune ci fornisce i dati

Le Alpi sono una regione montana in cui c’è una collezione storica di record meteorologici e una zona che con i corsi d’acqua come il Po, il Reno, risulta fondamentale per l’approvvigionamento idrico. I ricercatori si sono affidati a un aiutante particolare per individuare i cambiamenti del manto nevoso: il Ginepro Comune.(Juniperus communis L.)

Abbiamo scoperto che un arbusto estremamente diffuso, il ginepro comune, quando si trova in alta quota ha un portamento strisciante sul terreno, ovvero cresce orizzontalmente molto vicino al suolo, ed è in grado di registrare nei suoi anelli di accrescimento la durata della copertura nevosa – dice il prof Marco Carrer, ecologo forestale dell’Università di Padova e primo autore dello studio -. Infatti, essendo alto poche decine di centimetri, la sua stagione di crescita dipende fortemente da quanto precocemente riesce ad emergere dalla coltre bianca che lo ricopre.»  

Grazie alla longevità di questa specie arborea l’analisi degli anelli e le loro caratteristiche è stato possibile ottenere una ricostruzione dell’andamento della copertura nevosa. I dati sono stati ottenuti da campioni prelevati nelle alpi italiane centrali nella valle Ventina a circa 2000metri e poi incrociati con gli ultimi dati riguardo all’andamento delle precipitazioni e temperature. La durata del manto nevoso è una questione complessa e il suo stato è una combinazione di fattori abiotici e biotici che influenzano differentemente la dinamica di accumulazione e di fusione portando così alle riscontrate differenze annue nella sua persistenza.  Lo studio di tutti i fattori in gioco e i preziosi dati ottenuti a partire del fusto di specie vegetale come il Ginepro emerge che «la durata dell’attuale copertura del manto nevoso è di 36 giorni più breve della media a lungo termine, un declino senza precedenti negli ultimi sei secoli»

Agire subito per contrastare la situazione della neve sulle montagne

Le alpi sono definite le torri d’acqua d’Europa e la neve che ricopre le cime delle montagne è una risorsa preziosa per il sistema ambientale e per le attività socio-economiche che si sostengono sulla disponibilità della neve nei periodi invernali. Una riduzione della neve impatta fortemente questi sistemi e a cascata anche il benessere umano. Realizzare che stiamo vivendo un momento di profondo cambiamento e osservandone gli effetti drammatici dovrebbe far emergere la necessità di una risposta a sviluppare strategie di adattamento quanto prima.

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