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Biodiversità. COP15, Segretario Generale dell'Onu Guterres: "Stiamo facendo la guerra alla natura"

È iniziata mercoledì 7 e finirà il 19 dicembre la COP15, la 15esima Conferenza delle Nazioni Unite dedicata alla biodiversità.

Come abbiamo già raccontato, sul piatto c’è la bozza di Accordo sui quattro obiettivi strategici da raggiungere entro il 2050 e che si concentrano su: conservazione, uso sostenibile delle risorse, condivisione equa dei benefici derivanti dalla natura e capacità tecniche e finanziarie.

Ad aprire la COP15 il Segretario Generale dell’Onu António Guterres con dure parole: Trattiamo la natura come fosse la nostra toilette, ci suicidiamo per procura. Con il nostro appetito senza fondo per una crescita economica incontrollata e disomogenea, l’umanità è diventata un’arma di estinzione di massa“.

Il monito del Segretario Generale dell'Onu António Guterres

 

Stiamo facendo la guerra alla natura“, ha continuato Guterres sottolineando come la deforestazione e la desertificazione stanno creando terre desolate di ecosistemi un tempo fiorenti. Il quadro presentato dal Segretario Generale Onu è desolante: “La nostra terra, l’acqua e l’aria sono avvelenate da sostanze chimiche e pesticidi e soffocate dalla plastica. La nostra dipendenza dai combustibili fossili ha fatto precipitare il nostro clima nel caos. La produzione e il consumo insostenibili stanno aumentando alle stelle le emissioni e degradando la nostra terra, il mare e l’aria“. Una situazione che sta rendendo più difficile nutrire le popolazioni in crescita e che pone a rischio piante, mammiferi, uccelli, rettili, anfibi, pesci e invertebrati. “Un milione di specie sono sull’orlo del baratro“.

Respingere l’apocalisse della biodiversità affrontando urgentemente il cambiamento dell’uso della terra e del mare, lo sfruttamento eccessivo delle specie, i cambiamenti climatici, l’inquinamento e le specie aliene invasive” è il faro che deve illuminare l’azione dei governi. “Non ci sono scuse. Nessun ritardo. Le promesse fatte devono essere mantenute. È tempo di stringere un patto di pace con la natura. Sta a noi sistemare il mondo che abbiamo”, ha concluso il Segretario Generale.

 

Dalle parole alle azioni

Per tradurre in realtà le parole, tra i punti fondamentali della bozza di Accordo vi è l’obiettivo di impegnare i paesi dell’Onu a dichiarare area protetta almeno il 30% della Terra e il 30% degli oceani entro 2030, quello che viene chiamato target “30 by 30”. Ma anche la compensazione delle di anidride carbonica attraverso le nature based solutions, come la conservazione delle foreste, la lotta alla diffusione delle specie invasive, la riduzione dell’inquinamento da pesticidi, fertilizzanti e rifiuti. Tra i punti più discussi e che richiederanno un duro lavoro di negoziazione la previsione di un fondo da parte dei Paesi ricchi per aiutare i Paesi meno sviluppati per iniziative di conservazione della biodiversità.

Il testo provvisorio stima che servano 700 miliardi di dollari per raggiungere gli obiettivi. Il risultato positivo, almeno dal punto di vista dell’impegno preso, della COP27 per un fondo analogo per il clima fa ben sperare.

Per saperne di più, leggi il primo articolo sulla COP15.

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