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Crediti foto: Casa del Parco dell’Adamello su Facebook

Un rifugio nel Parco dell’Adamello, dove l’ambiente diventa cultura

Uno spazio nel Parco dell’Adamello: per la comunità locale, per turisti e appassionati di montagna e natura. Un luogo dove soggiornare qualche giorno e perché no, fermarsi per una mostra e partecipare a qualche laboratorio interattivo per capirci di più su ambiente e stili di vita sostenibili.

Poco lontano dal centro città di Brescia nella località di Cevo riapre l’ex colonia montana Ferrari. Si chiama “La casa del Parco dell’Adamello” e verrà gestita da un gruppo di giovani ragazzi per un periodo di circa 9 anni con l’obiettivo di ridare al territorio, al turismo locale e alla comunità un luogo che ha valore storico e culturale potenziandone così le possibilità. 

L’obiettivo del progetto è molto ambizioso e interessante e non si tratterà solo di una struttura ricettiva. La Casa ospiterà infatti eventi culturali e scientifici con particolare attenzione ai temi ambientali e di conservazione naturalistica oltre che sui concetti di turismo lento e responsabile. E poi ancora spazi aggregativi ed espositivi, attività indoor organizzate come trekking e camminate e attività ricreative. Insomma, un’opportunità di riconnessione con il territorio, partecipazione e arricchimento culturale.

Un luogo che ha visto diverse trasformazioni rimanendo un punto di riferimento per il territorio

Di storie su luoghi abbandonati, perché vecchi e mal manutenuti o più semplicemente perché non attrattivi se ne sente parecchio. È difficile invece far emergere quelle storie vincenti, storie di grandi sforzi personali che hanno l’obiettivo di far rivivere edifici e luoghi e ridarne il giusto valore. L’ex colonia Ferrari è proprio una di queste. La struttura si trova nella Val Saviore ed è a metà strada tra i paesi Cevo e Saviore poco più distante dalla Valle Camonica e si inserisce in quello che è il complesso “Casa del Parco dell’Adamello”, costruito nel 1922. 

Negli anni 50’ svolge funzione di colonia alpina del consorzio antitubercolare di Brescia. L’edificio di quasi cinque piani, immerso nella api retiche è diventato nel tempo un punto di riferimento per escursionisti, camminatori e appassionati di natura e montagna. 

Dagli anni 90’ questo luogo ha poi subito un’ulteriore trasformazione, diventando un ristorante, per cadere poi in disuso e abbandono dopo la crisi economica passando definitivamente a proprietà della Comunità Montana di Valle Camonica. L’edificio nei suoi innumerevoli cambi di destinazione d’uso non ha quindi mai smesso di essere un luogo simbolo di ritrovo per la comunità locale e non solo. Ridare quindi importanza e riportare a punto di riferimento questo posto è l’obiettivo del bando indetto per una nuova gestione.

Il progetto vincente di un gruppo di giovani punta su partecipazione, cultura, scienza e convivialità

Perché La Casa nel parco è così particolare? La struttura verrà gestita per 9 anni, queste le condizioni del bando, da un gruppo di giovani. Ragazzi e ragazze con percorsi di studi variegati sono arrivati lo scorso giugno a Cevo da diverse parti d’Italia per iniziare questa avventura che li vedrà gestori di questa attività. La voglia di scoprire, indagare questo territorio, valorizzarlo e renderlo attrattivo sono i punti chiave emersi dal progetto proposto ed è cioè che lo ha reso vincente. La commissione giudicante cioè la comunità montana ha colto le grandi potenzialità, le ricadute positive future di questa iniziativa sul territorio dando fiducia a giovani ragazzi e al loro idee.

L’impegno di questo gruppo è quello di rifunzionalizzare la struttura e dargli una nuova veste, attrattiva per diverse fasce di età e che sensibilizzi verso un turismo responsabile e lento. 

La Casa del parco dell’Adamello oggi è inserita tra le strutture degli ostelli regionali, con una capienza di 49 posti circa. Ma il gruppo ha voluto fare un passo in più e non fermarsi a questo. La struttura è molto ampia, quindi adatta per organizzare differenti attività e non solo come luogo per soggiornarvi. Infatti, il progetto è stato strutturato pensando di sfruttare questa potenzialità e dedicare aree per la formazione ambientale, aperti a tutti, con percorsi formativi e educativi per scoprire il territorio di tutta la Valle Camonica. 

Un luogo da ridare alla comunità con tante opportunità stimolanti

I ragazzi hanno immaginato questo luogo come aggregatore per eventi di divulgazione per ospitare scienziati, guide alpine e attivisti per portare alla comunità maggior conoscenza riguardo i fenomeni naturali come il cambiamento climatico, aree interne, ecologia oltre che flora e fauna del parco e de territorio. Un luogo da ridare alla comunità con tante occasioni ricreative e stimolanti. Inoltre, l’idea è quella di creare una rete con i produttori del circondario, sostenere la filiera locale intrecciando rapporti con le aziende del territorio.

Questo laboratorio di idee e attività in continuo mutamento non è altro che uno spazio ibrido in cui chi lo ha pensato vuole che si respiri cultura e l’azione concreta degli abitanti del luogo. Una realtà che si allontana dall’idea di mera attività su cui fare guadagni da portare lontano ma pone le fondamenta per promuovere e favorire il territorio per il territorio.

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