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È arrivata l’estate e anche le lucciole. Dove possiamo avvistarle?

Le temperature si alzano, le lucciole iniziano a illuminare i boschi con la loro danza luminosa. I mesi di giugno e luglio saranno ricchi di eventi, per grandi e piccoli, per scoprire queste creature luminescenti.

Chiamate lucciole o insetti luccicanti, non appena compaiono è segno che l’estate è arrivata. Lungo i bordi dei boschi, nei campi o nei giardini lontani da fonti luminose non appena le temperature si alzano, iniziano ad apparire vorticosi concerti di lucine calde lampeggianti. Le lucciole sono animali appartenenti alla famiglia dei lampiridi, minacciate dall’inquinamento luminoso oggi è sempre più raro avvistarle. A vedere questi flash nel buio viene spontaneo chiedersi, come e perché luccicano?

Acidi e proteine, il segreto della luce

Si trovano in tutto il mondo e le specie presenti sono innumerevoli. Sono dei coleotteri come le coccinelle e come loro hanno un corpicino ovale e leggermente allungato, antenne, zampe e un paio di custodie alari chiamate elitre da cui si dispiegano le ali per volare. Il mondo animale è ricco di strumenti e strategie messe a disposizione dalla natura, usate per l’accoppiamento, la sopravvivenza e l’adattamento a situazioni estreme o difficili. Le lucciole usano la luce e la bioluminescenza come tecnica per molteplici fini.


La parte bassa dell’addome, in particolari condizioni si accende diventando una vera e propria lampadina. Ma c’è un interruttore da qualche parte da schiacciare? No. La luce è dovuta a una reazione chimica causata da una proteina chiamata luciferina nel loro addome. Non appena l’aria attraversa l’addome avviene una reazione chimica tra questa proteina, l’ossigeno, un enzima presente nel sangue (la luciferasi) e un acido, l’adenosintrifosfato (che ha la capacità di trasformare zuccheri in energia) generando il fenomeno della luminescenza che vediamo dall’esterno. Riusciamo a percepire la luce grazie alla capacità di riflessione che hanno le pareti addominali dell’insetto.

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A cosa serve la luce?

La luce prodotta dalle lucciole è un segnale d’amore. La luce viene sfruttata dai maschi per attirare le femmine per l’accoppiamento. Se la femmina è interessata risponderà con un lampo particolare, intesseranno poi una “comunicazione” che gli permetterà di accoppiarsi. I segnali di comunicazione per l’accoppiamento non sono tutti uguali, ogni specie ha il suo. Inoltre, la luminescenza è una strategia per ricercare cibo in particolare per attirare le prede. Esiste anche una specie che utilizza la luce in modo particolare. Le femmine della specie Photuris sono spesso soprannominate, femme fatales, perché imitando i flash di altre specie, attirano i maschi ingannandoli (illudendoli di imminente accoppiamento) per cibarsi e sfruttarli come un buon antipasto per la cena.

Dove trovarle?

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La magia che riescono a creare in un bosco o lungo i sentieri nelle prime ore della sera è qualcosa di meraviglioso. In tutta Italia, da nord a sud, nei prossimi mesi, diversi saranno gli eventi in programma; trekking e serate organizzate per andare in cerca di lucciole e scoprire qualche curiosità su questi coleotteri. A giugno nel Parco di Montevecchia e Valle del Curone, poco distante da Milano, passeggiando con una guida naturalistica si andrà alla ricerca delle lucciole tra resti delle piramidi di Montevecchia. Mentre in Piemonte, si terrà una caratteristica escursione notturna organizzata nel Parco La Mandria nel comune di Venaria Reale. Grazie al supporto della LIPU-Varese (associazione per la tutela della biodiversità) ritornano le giornate per osservare lucciole, allocchi e altri abitanti della notte presso la palude Brabbia, una realtà a oggi fortemente minacciata dall’intensa urbanizzazione a cui è sottoposta l’area.

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