Trango Tower: Giacomo Mauri e Mirco Grasso ripetono Eternal Flame

Il Ragno di Lecco Giacomo Mauri e l’alpinista veneziano Mirco Grasso hanno ripetuto la via Eternal Flame sulla Nameless Tower, nel gruppo delle Torri di Trango, in Pakistan.

Sono da poco rientrati dal Pakistan Giacomo Mauri e Mirco Grasso, con in tasca la salita di Eternal Flame. “Il santo graal della scalata su roccia in quota” come Grasso definisce questa magnifica e famosissima via salita per la prima volta nel 1989 da Kurt Albert, Wolfgang Güllich, Christof Stiegler e Milan Sykora. Un itinerario che si innalza verticale, con difficoltà di VI, 7b+, A2, lungo la parete sud della Nameless Tower. Un monolite di granito alto 6339 metri, che appartiene al gruppo delle Torri di Trango. Guglie spettacolari, meta prediletta per veri intenditori dell’alpinismo.

Mauri e Grasso, partiti sul finire di luglio, hanno fin da subito trovato condizioni complesse, come accaduto a tutte le spedizioni che quest’anno si sono mosse in Karakorum.

Una lunga attesa

Interrotto il primo tentativo di salita a causa di alcuni problemi legati alla quota Mauri e Grasso si sono messi in paziente attesa. “Il brutto tempo al campo base è davvero logorante” ha spiegato Giacomo Mauri sul suo profilo Instagram. “Ogni giorno ci si alza, si fa colazione, poi si aspetta il pranzo e quando è ora di cenare si è felici che il giorno sia finito”. Così per due lunghe settimane, fin quando un miglioramento della meteo gli ha offerto un’opportunità. I due hanno attaccato per la variante salita dai fratelli Alexander e Thomas Huber nel 2009, quando hanno effettuato la prima salita in libera della via.

Nonostante la meteo si sia mantenuta instabile durante tutta la salita, con continue nevicate alternate a schiarite e a forte vento, i due non si sono mai lasciati perdere d’animo. Qualche sprazzo di sole, poi di nuovo, vento, freddo e neve. La roccia bagnata, che nel giro di qualche ora si asciugava, permettendogli un ulteriore passo verso l’alto. E ancora maltempo. Al terzo giorno, d’improvviso, il sole. La cima che sembra vicina e le ultime difficoltà… nuovamente immersi nella nebbia. Dalla vetta il panorama è nullo, ma la soddisfazione tanta per aver realizzato la salita di una via iconica, che ha saputo scrivere un nuovo capitolo per quanto riguarda le difficoltà su big wall e alta quota, vince su tutto.

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