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Crediti immagine: Mario La Pergola via unsplash

Temperature sempre più alte e gelate sempre più frequenti: le coltivazioni si spostano a nord

Il cambiamento climatico fa impazzire le piante e i coltivatori. Appena dieci anni fa nessuno avrebbe immaginato olio di oliva sulla riva del Garda, viti a quote sempre più alte in Trentino.

L’aumento delle temperature medie stagionali sta mettendo a dura gli agricoltori. Le conseguenze del cambiamento climatico stanno impattando sempre più su un settore fortemente dipendente dalle condizioni meteorologiche e climatiche. Sono sempre più intensi e frequenti i danni alle colture dovute per esempio alle gelate primaverili o le temperature anomale troppo calde nei mesi primaverili. Questo agisce facendo andare in tilt il contatore fisiologico che hanno le piante al loro interno. Un sensore legato alle condizioni meteo che gli permette di capire quando fiorire per esempio. Dell’importante perdita delle coltivazioni, ne parlava Il Post nel 2021 riportando come le gelate primaverili, uno degli eventi estremi la cui maggior frequenza può ricondursi al cambiamento climatico, abbiano prodotto secondo Confederazione italiana agricoltori (CIA) una riduzione della produzione agricola del 50-70%. Le specie più colpite alberi da frutto e vigneti e i danni sono per svariati milioni di euro.

Il miglioramento genetico riduce l’impatto ambientale

Le temperature anomale colpiscono sull’andamento di alcune fasi fenologiche dello sviluppo di una pianta come la fioritura che appare sempre più precoce rispetto a decine di anni fa e tutto questo rende vulnerabile uno dei settori principali dell’economia in Italia: l’agricoltura. Risulta fondamentale oggi per le aziende, piccoli e medi agricoltori capire come affrontare il futuro, cosa fare per mantenere i livelli produttivi, il giro d’affari, occupazioni e impegno sociale. Una soluzione a questo problema è certamente seguire gli studi degli agronomi. Sono diverse le attività agricole che sfruttano gli studi sul miglioramento genetico delle piante cercando di individuare colture resistenti ai forti sbalzi di temperature ma non solo anche alle carenze di acqua e periodi di siccità. La ricerca su questo campo cerca di simulare i diversi cambiamenti che potrebbero accadere in futuro monitorando la risposta delle diverse specie di piante. Non si inventano piante ma si vuole trovare e ottimizzare la varietà che meglio tolleri i cambiamenti senza necessità di trattamenti fitosanitari e troppe fertilizzazioni con l’obiettivo di ridurre l’impronta ambientale di un settore già fortemente impattante.

Colture a quote sempre più elevate e agricoltura sempre più digitale

Il cambiamento climatico ormai è riconosciuto essere un problema del presente e diverse sono le strategie per contrastare i danni all’agricoltura. Per precauzione e contrastare le basse temperature nella provincia di Cuneo, per esempio, nei momenti critici di allerta gelo si accendono lungo i filari di viti centinaia di fuochi antibrina. Altri accorgimenti ad oggi sono sulla rivisitazione delle pratiche agricole, le semine vengono spostate in momenti dell’anno più adatti e soprattutto si inizia a coltivare per esempio le viti a quote sempre più alte o sperimentare nuove colture in luoghi mai pensati prima con non solo lati negativi. Se in Trentino le mele e le viti trovano spazio oltre i 700m, cosa impensabile fino a 25 anni fa nel Lazio si ha una produzione di kiwi che porta l’Italia ad essere il secondo produttore mondiale dopo la Cina. Si sfrutterà la temperatura più fresca montana per ridurre le scottature delle foglie di vite e per proteggere i frutti e riuscire a produrre varietà che un tempo erano molto complicate. Si tratta di una vera a proprio adattamento a nuovi modi di fare agricoltura. L’impegno di ogni attore della filiera agricola è quello di monitorare i cambiamenti e trovare le strategie migliori per ridurre al minimo le perdite e sfruttare i lati positivi. Per aiutare gli agricoltori in questa transizione intervengono anche i sistemi digitali e l’agricoltura di precisione. Grazie a sensori intelligenti è possibile riconoscere le condizioni del terreno, dell’atmosfera per poter pianificare le attività agricole. Invece grazie a una rete di sistemi di allerta oggi è possibile rimanere aggiornati sull’abbassamento repentino delle temperature per poter intervenire con pratiche come l’antibrina.

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Patagonia, una storia di sviluppo sostenibile - Mountain Genius
1 anno fa

[…] 18 Aprile 2023 0 […]