- Gennaio 5, 2024
- 12:00 pm
Stiamo facendo troppo rumore e le stelle si rifugiano in montagna
Le stelle sono un patrimonio da conservare. La troppa luce delle nostre attività sta banalizzando i nostri cieli siamo di fronte a un grave problema di inquinamento luminoso che sta rendendo difficile la ricerca astronomica.
“È al tempo stesso uno spreco economico e un danno estetico perché se noi illuminiamo male la notte spegniamo le stelle”. Queste le parole Patrizia Caraveo, astrofisica e dal 2002 dirigente di ricerca e direttore dell’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Milano (IASF), su ciò che oggi sta preoccupando gli astronomi e che potrebbe essere un danno a tutti gli abitanti della Terra: l’inquinamento luminoso.
Le stelle, oggetti astronomici studiati e ammirati sin dall’antichità, sono ormai sempre più rari da vedere perché con le nostre attività stiamo facendo un gran rumore disturbando il loro segnale. È possibile però scappare in montagna stendersi in prato e godersi l’intera volta celeste e divertirsi a riconoscere costellazioni.
Tutta colpa della luce
La luce è ciò che ci permette la vita. Pensiamo al sole, la grande palla gialla che ci scalda e illumina le nostre attività di giorno mentre di notte arrivano luna e stelle. Queste stelle, che è sempre più difficile osservare e ammirare per via della sovra illuminazione delle nostre città . Oggi stiamo spegnendo i nostri cieli come se stessimo mettendo in atto un’azione anti-buio. Grazie alle immagini notturne catturate dalle principali agenzie spaziali mondiali con l’attività di monitoraggio dei satelliti posti in orbita riusciamo a osservare quanta luce disperdiamo nell’universo. Questo non è altro che il risultato di un’illuminazione scorretta, lampade e dispositivi direzionati non verso il basso, dove servirebbe, ma verso l’alto e comporta un ingente spreco di energia. In Italia abbiamo il primato di essere il paese industrializzato con il più alto tasso di inquinamento luminoso.