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Himalayan Clean Up, ripulire le vette più alte del mondo

Luc Boisnard, imprenditore e alpinista francese, ha dato il via a un progetto per contribuire alla pulizia delle più alte vette al mondo da bombole d’ossigeno, resti di cibo, tende, corde fisse e altri rifiuti abbandonati dagli scalatori.

Sulla catena montuosa che attraversa Pakistan, India, Nepal e Buthan, non esiste ancora un numero preciso sulla quantità di rifiuti presenti, quello che si sa è che grazie al progetto di Luis Boisnard, 53enne imprenditore e alpinista francese, sono già state raccolte 3,7 tonnellate di rifiuti.

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Raccolta sostenibile

Il progetto Himalayan Clean Up ha lo scopo di ripulire la parte alta delle montagne della zona, mirando a raccogliere e rimuovere più rifiuti possibili. inoltre, tutta la CO2 emessa nell’ambito dei lavori sarà compensata tramite la riforestazione del villaggio di Ghat, nella valle del Khumbu, in Nepal.
Tende, bottiglie, tubi in PVC, montagne di lattine, la discarica più alta del mondo, creata negli anni da scalatori poco attenti alla conservazione del paesaggio che, un po’ per necessità di alleggerire il peso dello zaino, un po’ per maleducazione, stanno rovinando le vette più alte e affascinanti della Terra.
“È una vera discarica. Dietro ogni roccia, c’è un sacco di bombole di ossigeno, cibo in scatola, teli per tende, scarpe, è davvero assurdo”, racconta Luc Boisnard, imprenditore francese e alpinista di lungo corso.

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Un paesaggio rovinato

L’obiettivo è quello di ripulire vette e pendii, che per molti “sono diventate anche giganteschi bidoni della spazzatura”. Dopo aver scalato l’Everest nel 2010, Boisnard ha tentato il Makalu (8481 metri), senza però riuscire a raggiungerne la vetta. Contemporaneamente a lui un altro membro dell’associazione ha salito l’Annapurna (8091 m). Entrambe le spedizioni si erano prefissate di raccogliere rifiuti lungo le vie di salita. Per questo, aiutati da una decina di sherpa ciascuno, hanno riportato indietro 3,7 tonnellate di rifiuti, di cui 1750 chili di plastica. Durante la sua prima spedizione sul tetto del mondo, Luc Boisnard aveva già recuperato 1 tonnellata di rifiuti, di cui 550 chili di plastica. Ma recuperarli tutti è impossibile perché, spiega Boisnard, alcuni rifiuti “vengono anche gettati nei ghiacciai himalayani da dove riappariranno solo tra 200 anni”. Queste plastiche si disintegrano lentamente, inquinando permanentemente paesaggi e fiumi.

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