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Il film "La pantera delle nevi" incanta anche l’Italia

Debutto nelle sale per il documentario di Amiguet e Munier realizzato nella spedizione con Sylvain Tesson

In Italia è uscito al cinema solamente poche settimane fa, il 20 ottobre. Ma ha già ricevuto critiche positive nei festival più importanti. “La pantera delle nevi”, il docufilm di Marie Amiguet e Vincent Munier è stato, infatti, lodato al Festival di Cannes 2021 e ha ricevuto premi ai César e al Festival di Trento.

Girato in Tibet, il film ha la colonna sonora originale composta da Warren Ellis con Nick Cave ed è arrivato nelle sale, distribuito da Wanted cinema.

Il film

 I critici lo definiscono più di un documentario, bensì un vero e proprio film filosofico, che segue il celebre fotografo naturalista Vincent Munier e il romanziere e avventuriero Sylvain Tesson nel cuore degli altopiani tibetani, tra valli inesplorate e impervie, dove vive una fauna rara e nascosta agli occhi dei più.

Nel doppiaggio italiano, la voce narrante di Tesson è lo scrittore Paolo Cognetti, Premio Strega 2017 con il romanzo “Le otto montagne”. Proprio in seguito a quell’impresa, Tesson ha scritto il libro, opera complementare rispetto al film, ma dallo stesso titolo, “La pantera delle nevi”, pubblicato in Italia da Sellerio Editore.

Nella colonna sonora sono avvolte le immagini in un’atmosfera quasi mistica, tra i sussurri di Cave, il violino di Ellis, le note eleganti di pianoforte, gli archi minacciosi e le dolci linee dei fiati.
La colonna sonora è disponibile in digitale e il singolo “We Are Not Alone” è accompagnato da un video con alcune immagini del film, con tanto di fotografie degli animali trovati dalla piccola spedizione.

La pantera delle nevi

Per diverse settimane, Munier e Tesson hanno esplorato le valli del Tibet alla ricerca di animali unici, cercando di avvistare la pantera delle nevi, uno dei grandi felini più rari e difficili da avvicinare. Più i giorni passano e più i due protagonisti sono entrati in contatto con la disarmante bellezza dell’universo, domandandosi quale sia il senso di ciò che li aspetta a casa al loro ritorno e quindi il posto dell’essere umano nel mondo. “So, not eve rything was created for the human eye?”, («Così non tutto è stato creato per l’occhio umano?»), si chiede Tesson ammirando i paesaggi oltre i 5.000 metri con picchi di 25 gradi sotto lo zero.

E, ovviamente, c’è la stessa pantera delle nevi, che dà il titolo al docufilm, ma proprio perché è tutta la sua ricerca a essere la vera protagonista. Sfuggente e maestoso, il felino qui diventa il simbolo della natura incontaminata che non si interessa all’uomo, metafora di un mondo in pericolo che potremmo non essere più in grado di vedere nel giro di poche generazioni per le disastrose conseguenze degli interventi umani.

Si tratta di un docufilm adatto a tutta la famiglia, che arriva dritto al cuore, intriso di poesia, di immagini meravigliose e delle riflessioni di due uomini che, sulle montagne inesplorate del Tibet, entrano in contatto con il loro io più profondo. 

Oggi si stima che ci siano tra i quattro e i seimila esemplari di pantera delle nevi, ma solamente 2.500 sarebbero in età riproduttiva. Una specie in pericolo, che si cerca di tutelare anche grazie a questo docufilm.

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