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Ambiente: Moto sui sentieri, Cai contro Regione Lombardia

Un emendamento del Pirellone stabilisce che la decisione sul transito delle moto nell’ambiente di montagna spetta ai sindaci.
Il Club: “C’è forte preoccupazione. Liberalizzare i mezzi a motore è pericoloso”

Moto e montagne: una discussione di lunga data

Una diatriba tutt’altro che nuova. Due fazioni per cui la montagna è una meta ambita, ma il tragitto è totalmente divisivo. Da una parte c’è chi sostiene l’escursione solamente a piedi, al massimo in bicicletta (ma anche qui si aprono altre faide), dall’altra gli amanti delle moto e della libertà che procura il giro a cavallo delle due ruote motorizzate. Due fazioni distinte e sempre in lotta, soprattutto in Lombardia, dove ci sono sentieri adorati da entrambi i gruppi, a volte addirittura contesi. Ma i primi si vantavano di rimanere nella legalità, visto che i mezzi a motore risultavano vietati in montagna, salvo con appositi permessi. L’imperfetto è d’obbligo dopo l’uscita dell’emendamento al progetto di legge numero 241, seconda legge di revisione normativa approvata in data 29 novembre in consiglio regionale.

Il consigliere Alex Galizzi è stato infatti il firmatario con Floriano Massardi (entrambi esponenti della Lega) dell’emendamento che delega ai sindaci la regolamentazione e i permessi di transito. Quindi in Lombardia ora sono i Comuni a dover regolamentare l’accesso delle motociclette su sentieri e strade di montagne, gli stessi che troppo spesso chiudevano almeno un occhio sulla norma precedente. Così il Cai regionale ha preso ufficialmente una posizione contro la decisione del Pirellone.

La preoccupazione del CAI

“Attualmente la legge regionale vieta categoricamente il transito di mezzi motorizzati su sentieri e mulattiere, e concede deroghe per i proprietari e per chi lavora sui fondi agricoli, una concessione che viene rilasciata dal sindaco – afferma il presidente lombardo del Club alpino italiano Emilio Aldeghi –. Esprimiamo forte preoccupazione in merito all’emendamento appena votato riscontrando molte negatività. Ci chiediamo come possano i sindaci decidere di liberalizzare alle moto i sentieri andando incontro a gravi responsabilità, tra cui eventuali sinistri assolutamente prevedibili data l’elevata frequentazione dei sentieri da parte degli escursionisti”.

Aldeghi punta il dito sulla sicurezza. “Dovrebbero poi garantire con adeguati stanziamenti il mantenimento dei sentieri in condizioni di sicurezza e stabilità, quando è noto che il passaggio dei mezzi motorizzati scava solchi pericolosi anche dal punto di vista idrogeologico; senza contare che dovrebbero poi assicurare con misure adeguate di controllo il rispetto di eventuali deliberazioni. Inoltre è evidente che nel caso di percorsi in aree naturali quali Parchi, Rete Natura 2000, Corridoi ecologici, la modifica del transito non è libera, ma richiede la valutazione degli effetti ambientali sulla biodiversità, sicché la modifica appare anche in stridente contrasto con le disposizioni nazionali ed europee in tema di protezione dell’ambiente.

 In un momento in cui, all’uscita dalla pandemia, abbiamo tutti riscoperto i benefici dell’escursionismo e delle passeggiate sui sentieri, l’emendamento suona davvero stonato e in contraddizione con quanto chiedono i cittadini lombardi”.

Quale montagna? Quali libertà?

Per questo motivo il gruppo dirigente del Cai regionale punta ancora di più a tutelare l’ambiente. “Ci chiediamo perché mai il concetto di montagna libera debba essere associato al concetto di montagna sfruttata – prosegue Aldeghi –. Ci chiediamo perché la politica sia sorda alle vere esigenze della montagna: manutenzione dei sentieri, pulizia degli alvei dei torrenti, rispetto per l’ambiente vegetale ed animale. 

Crediamo che il termine turismo non sia da associare a pratiche invasive di un ambiente naturale ma alla voglia di apprezzare luoghi come le montagne capaci di ridarci il gusto di vivere in sintonia con quanto di bello la natura ci offre. 

Crediamo che la politica debba con forza e non con emendamenti come quello recentemente approvato da Regione Lombardia sostenere il concetto di sostenibilità che comprende anche il trattare in modo nuovo le risorse ambientali, con proposte lungimiranti. Riteniamo che il recente emendamento sia una assurda forzatura della legge rispetto alla fruizione dolce sui tracciati montani”. Una diatriba, quella tra ambientalisti e motociclisti, di cui si sta parlando in consiglio regionale e che, di certo, non terminerà a breve, specialmente sotto elezioni.

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