Milano-Cortina 2026: "No" definitivo del governo alla pista da bob

Alla fine è arrivato il “No” del governo sulla costruzione della nuova pista da bob per le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. A comunicarlo Giovanni Malagò.

La pista da bob di Cortina.
La pista da bob di Cortina.

Il governo ha messo la parola “No” sulla costruzione della nuova pista da bob a Cortina per le Olimpiadi invernali del 2026. Per le gare di bob, slittino e skeleton di Milano-Cortina bisognerà trovare una location estera. La comunicazione è stata data dal presidente del CONI, Giovanni Malagò durante la sessione del Comitato olimpico internazionale a Mumbai.

Le reazioni non si sono fatte attendere

In 102 anni di storia dei giochi invernali non era mai accaduto che una gara si svolgesse fuori dal Paese ospitante. “Le dichiarazioni di Malagò pesano come pietre” afferma Enrico Carraro, presidente Confindustria Veneto. “Non ci meritiamo di essere visti come quelli che non sono in grado di raggiungere l’obiettivo nel contesto internazionale. Non se lo merita il Veneto e non se lo merita l’Italia. Non è un problema solo di Giochi Olimpici ma di credibilità del nostro sistema imprenditoriale, industriale e valoriale. Vincerla sarebbe stata la più bella medaglia olimpica e il Veneto poteva farcela, come sottolineato a più riprese anche dal Presidente Luca Zaia”.

Dello stesso tono la risposta che arriva dal sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, che si dice “davvero rammaricato per una scelta profondamente sbagliata e che porterà, di fatto, le Olimpiadi italiane all’estero”. Il sindaco, unitamente alla Regione Piemonte, aveva fin da subito indicato come alternativa alla costruzione di un nuovo impianto la possibilità di utilizzo della pista costruita in Valle Chisone per le olimpiadi invernali di Torino 2006. “Un territorio dove già in passato avevamo dimostrato di sapere organizzare e gestire i Giochi olimpici invernali. Mi dispiace che il governo abbia scartato questa opzione preferendo investire all’estero somme dei contribuenti italiani, invece che usarle per riqualificare i nostri impianti italiani”.
Sintetico invece il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che afferma: “Non ho ancora notizie ufficiali attorno alla scelta di abbandonare il progetto della pista da bob di Cortina, ma se così sarà noi chiederemo che venga ridisegnata la distribuzione delle gare olimpiche.

Meno diretto Marco Bussone, presidente UNCEM (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani), che in linea con il sindaco di Torino ricorda come le opportunità per un’olimpiade interamente italiane ci fossero. “C’erano in diversi contesti alpini. Con investimenti certo, utili al sistema nazionale del ghiaccio del futuro. Si preferisce invece andare in Austria a completare le sedi di gara di Milano-Cortina. Una scelta del Coni e del Cio che sorprende e che apre uno scenario del tutto nuovo”.

Il commento di Mountain Wilderness

“Questa vicenda dimostra che avevamo ragione nel dire che la pista a Cortina sarebbe stato un vergognoso spreco di denaro pubblico ad altissimo impatto ambientale” scrivono in una nota. “Soprattutto dimostra che certe battaglie vale la pena combatterle fino alla fine, nonostante l’enorme apparente disparità tra le forze in campo. Ora le gare di bob, slittino e skeleton verranno spostate all’estero, come da tempo avevamo suggerito. E come il Cio stesso aveva suggerito alla Fondazione Milano Cortina. Le Olimpiadi invernali sembra proprio vengano usate come strumento per imporre opere che mai sarebbero state possibili da realizzare su territori tanto sensibili come le Alpi. A Cortina, come a Livigno e Bormio, in Alto Adige – Sudtirol o in Val di Fiemme, si riverseranno tonnellate di cemento, saranno imposti nuovi collegamenti sciistici fuori dal tempo e dalla storia. Il cronoprogramma delle opere corre veloce ma noi non mancheremo di opporci alla razzia che amministratori senza scrupoli vogliono perpetrare sulle nostre montagne. Consapevoli che talvolta Davide può sconfiggere Golia e speranzosi che le ingenti risorse disponibili siano piuttosto dedicate a rispondere ai bisogni reali di chi le montagne le abita e le vive quotidianamente, parliamo di servizi, scuole e trasporto pubblico”.

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