La Cina riapre l'Everest con contingentamenti, ossigeno e prezzi più alti. Business travestito da Sicurezza?

Sull’Everest cinese: Scalate controllate, ossigeno obbligatorio e prezzi in crescita. La Cina apre il versante nord parlando di sicurezza, ma a che costo per gli scalatori? L’editoriale di Agostino Da Polenza.

Chissà perché i cinesi non stupiscono mai. Non hanno resistito anche stavolta alla legge del mercato. Per l’Everest, Chomolugma dalla loro parte, aprono con contingentamento e aumento dei prezzi. L’alibi: la sicurezza.

La China Tibet Mountaineering Association (CMTA) ha deciso di statalizzare l’alpinismo commerciale praticato dal libero mercato sul versante sud nepalese dell’Everest.

Dunque: 200 permessi singoli all’anno con accompagnamento obbligatorio da parte di “guide” cinesi con relativa agenzia che organizza, ma questo era così anche prima. La concorrenza del mercato i cinesi la intendono tra cinesi.

Ma il bello viene quando finalmente, per modo di dire, questi della CMTA certificano, dopo anni di dibattito timidamente avviato da Walter Bonatti e confermato autorevolmente da un libro intero firmato da Rehinol Messner, la morte dell’alpinismo, almeno quello himalayano, con una norma di legge. Per salire l’Everest è obbligatorio, si obbligatorio, l’uso di ossigeno supplementare. Alla faccia di Mummery e dell’alpinismo by fair means, di Messner e del magnanimo Viesturs, che ha onorato il “re degli Ottomila” lasciandogli la corona dei 14 Ottomila senza ossigeno, messa in dubbio da assurdi revisionismi alpinistici e di qualche migliaio di ingenui che pensavano che l’ossigeno fosse una cosa, come dire, di cui facendo a meno ci si sentiva più leali nei confronti della montagna. Ma chi se ne importa, la sicurezza e il business comandano.

La questione del necessario Curriculum con almeno un Settemila è un dettaglio, al pari del dire che devi avere il tutone d’alta quota rosso in onore dei colori della Cina.

Infine, visto che l’intendimento secondo CMTA è quello di evitare morti sotto le valanghe, come accaduto lo scorso autunno allo Shisha Pangma, e supposto che le valanghe scendono dalle montagne e investono, ahinoi, alpinisti liberi o accompagnati, con o senza ossigeno, l’unico modo serio che gli amici cinesi hanno per impedire le valanghe quale è? Lascio ai frequentatori di montagne, che come per il calcio son tutti allenatori della nazionale, di sfogare la fantasia su questa questione cacuminale, alla quale certamente i cinesi troveranno una soluzione. Intanto aumentano i prezzi. 

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