Crediti immagine: Facebook Kristin Harila

Kristin Harila e le giustificazioni per la morte di Mohammed Hassan. Le domande di Agostino Da Polenza

Dopo aver letto la replica della scalatrice norvegese Kristin Harila, Agostino Da Polenza si interroga su quanto avvenuto lo scorso 27 luglio sul K2, lasciandoci con una serie di domande chiarificatrici ancora senza risposta.

Non sono sufficienti le giustificazioni della norvegese Kristin Harila alle accuse di non aver prestato soccorso al giovane alpinista/lavoratore Mohammed Hassan durante il suo tentativo di battere il record prima detenuto da Nirmal Purja.
I fatti avvenuti lo scorso 27 luglio presentano lacune e lasciano aperte molte domande, a cui la Harila non ha ancora risposto con la sua replica e le sue giustificazioni.

Le domande di Agostino Da Polenza

  • A che ora ha incontrato il giovane Mohammed Hassan?
  • Da chi era composta la sua squadra, oltre a lei, in quel momento?
  • Di quante bombole di ossigeno disponevano?
  • Hanno parlato con Mohammed?
  • Hanno fatto una seppur approssimativa diagnosi del suo stato di salute?
  • Quanto tempo sono stati con lui? (“molto tempo” è un’affermazione del tutto generica e insufficiente)
  • Era ancora vivo quando lo hanno abbandonato?

 

A queste domande deve dare soddisfazione Kristin Harila, se vuole essere credibile. Altrimenti spero e auspico che la polizia e la magistratura del Governo del Pakistan chiedano formalmente di chiarire la sua posizione.
Da Ambasciatore per il turismo della Provincia del Gilgit Baltistan, alpinista e incaricato dal Governo del Gilgit Baltistan di promuovere l’alpinismo e il turismo, presenterò un esposto formale alle autorità locali, perché facciano luce su questa storiaccia.

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