Gli accordi di Parigi e le montagne, 8 anni dopo

Sono passati 8 anni, dagli Accordi di Parigi del 2015 per la tutela del clima. A oggi pochi degli obiettivi prefissati sono stati raggiunti. 

Sono passati otto anni dagli Accordi di Parigi del 2015 per la tutela del clima. Nonostante ciò, pochi dei risultati che i potenti del mondo si erano prefissati sono stati raggiunti, ancor meno se consideriamo la delicata questione della tutela degli ecosistemi montani. Quegli accordi non solo rappresentano ancora oggi un punto di svolta cruciale nella lotta al cambiamento climatico a livello globale, ma sono cruciali anche per la tutela delle montagne.

Gli ambienti montani

Le regioni montane rappresentano ecosistemi straordinariamente unici e delicati, luoghi in cui la biodiversità raggiunge livelli eccezionali, con specie endemiche che spesso si adattate a vivere in condizioni estreme. Ghiacciai maestosi, foreste antiche e laghi cristallini fanno parte di questi paesaggi, particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici a causa della loro unicità.

2° Celsius

Una delle chiavi per la protezione degli ecosistemi montani è la limitazione del riscaldamento globale. Gli Accordi di Parigi pongono un obiettivo ambizioso: mantenere l’aumento della temperatura al di sotto dei 2° Celsius. Un obiettivo è cruciale per le montagne: temperature più elevate portano alla fusione accelerata dei ghiacciai. Inoltre, come confermato a Mountaingenius dal climatologo Luca Mercalli, questo fenomeno ha ormai condannato alla scomparsa, nel lungo periodo, tutti i ghiacci dell’arco alpino. Il riscaldamento globale non solo mina il paesaggio montano, ma ha anche conseguenze dirette per le comunità che dipendono dall’acqua dolce proveniente dai ghiacciai. L’acqua è un bene prezioso nelle montagne: le riduzioni nella disponibilità possono mettere a repentaglio la sicurezza idrica e l’agricoltura, specie nei Paesi in Via di Sviluppo (PVS).

E proprio i PVS sono stati al centro delle misure intraprese all’interno degli Accordi di Parigi, che prevedevano l’istituzione di numerosi finanziamenti verso le aree del mondo più bisognose e più colpite dai cambiamenti climatici. Molte regioni montane si trovano in questi Paesi (Himalaya, Kilimanjaro e non solo) e il cambiamento climatico può minare la loro capacità di adattarsi e prosperare. Gli Accordi riconoscono questa sfida e prevedono che i Paesi più avanzati forniscano finanziamenti per aiutare le nazioni in via di sviluppo ad affrontare il cambiamento climatico. Questi fondi dovrebbero essere utilizzati per proteggere gli ecosistemi montani attraverso progetti di conservazione, riforestazione e misure per la gestione idrica.

Le misure chiave

Un ulteriore elemento cruciale è la promozione della riforestazione e della gestione forestale sostenibile. Le montagne spesso ospitano foreste vitali che svolgono un ruolo cruciale nell’assorbire la CO2 atmosferica e nel fornire rifugi per le specie locali. La tutela della flora e la gestione sostenibile delle foreste sono misure chiave promosse dagli Accordi di Parigi che possono contribuire in modo significativo alla tutela degli ecosistemi montani.

Inoltre, gli accordi sottolineano l’importanza della biodiversità e dei servizi ecosistemici. Le montagne sono fucine di biodiversità, ospitando specie uniche. Proteggerle è fondamentale per garantire la sopravvivenza delle comunità montane e la conservazione dei loro habitat straordinari.

Infine, gli Accordi di Parigi enfatizzano la necessità di aumentare la resilienza delle comunità montane e la loro capacità di fronteggiare catastrofi legate al cambiamento climatico. Frane, alluvioni e siccità sono eventi sempre più comuni in queste regioni (si pensi al recente disastro della Marmolada, costato la vita a 11 persone) gli accordi promuovono l’adozione di sistemi di allerta precoce, piani di evacuazione e infrastrutture resistenti.

Limitare il riscaldamento globale, fornire finanziamenti per l’adattamento e la mitigazione, promuovere la riforestazione e proteggere la biodiversità rappresentano passi cruciali per la protezione di questi paesaggi straordinari e per garantire un futuro sostenibile per le comunità montane in tutto il mondo. Un motivo in più per far sì che le promesse fatte otto anni fa nei confronti delle montagne non vengano disattese:  rispettarle non garantirebbe solo la preservazione delle bellezze paesaggistiche, ma è vitale per la sopravvivenza stessa di queste regioni uniche e fortemente a rischio.

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