Crediti immagine: Ufficio Stampa Provincia di Trento
- Aprile 28, 2023
- 2:14 pm
Ghiacciaio della Marmolada, i ricercatori sulla tragedia: l’aumento della temperatura è la causa
Uno studio pubblicato su Geomorphology indaga le cause del disastro sul ghiacciaio della Marmolada.
Il crollo di una porzione del ghiacciaio della Marmolada che colpì diversi alpinisti lo scorso luglio è stato causato da enormi quantità di acqua accumulate dovute all’aumento anomalo delle temperature. Lo conferma lo studio The climate-driven disaster of the Marmolada Glacier (Italy) pubblicato su Geomorphology.
Cosa è successo sul ghiacciaio della Marmolada
Il gruppo della Marmolada è il massiccio dolomitico più alto delle Alpi Orientali Italiane. Il ghiacciaio lo scorso luglio è stato lo scenario di un drammatico episodio: una massa di quasi 64.000t di acqua, ghiaccio e detriti rocciosi si staccò formando una valanga che ha travolto e portato alla morte 11 alpinisti e ferito altre 7 persone.
Il collasso è avvenuto a circa 3000 metri e percorrendo quasi 2.3km lungo il pendio, aumentando di volume sempre più trascinando con sé tutto ciò che era presente nella propria traiettoria. È da decenni che i ghiacciai del gruppo subiscono cambiamenti di volume, forma ed estensione. Trasformazioni del tutto naturali ma anche fortemente accelerati dal cambiamento climatico. È ormai noto dalle ultime serie di dati disponibili come il ritiro per questi ghiacciai sia decisamente aumentato causando frastagliamenti sulle creste che ne modificano la figura e ne alterano la stabilità.
Ciò che è accaduto in pochi secondi è stato il risultato di un mix di fenomeni fisici e naturali che ha portato via parte del ghiacciaio e aperto la strada a importanti riflessioni sui sempre più frequenti cambiamenti delle montagne e le ripercussioni sulle attività umane. Di questo evento disastroso era già stato ipotizzato che la causa fosse l’aumento di temperature che ha posto le condizioni di instabilità per la massa glaciale. Ma il gruppo di ricercatori internazionali coordinato dal prof. Aldino Bondesan dell’Università di Padova e di cui fanno parte anche l’Università di Parma e l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica di Trieste ha pubblicato sulla rivista Geomorphology uno studio che conferma le cause a livello scientifico.
Lo studio conferma che la causa è proprio l’emergenza climatica
L’analisi risulta il primo lavoro che indaga le possibili cause e i meccanismi del collasso. “Grazie all’osservazione dettagliata di immagini stereoscopiche satellitari e aeree del prima a dopo l’evento è stato possibile avere un quadro completo del crollo” spiega il prof Bondesan. Emerge che il distacco è stato in gran parte causato da un cedimento lungo un crepaccio mediano dovuto alle particolari temperature anomale a cui si sono aggiunte la struttura morfologica e le proprietà della superficie rocciosa basale.
Tra i diversi fenomeni causati dal movimento naturale del ghiacciaio per via della gravità ci sono i crepacci, ossia fessurazioni tipiche delle masse glaciali. Quando a un crepaccio ci si aggiunge grandi quantità di acqua liquida si creano le condizioni perfette per eventi disastrosi come le frane di grandi masse di ghiaccio. Al momento dell’incidente sulla Marmolada se ne sono osservati quasi 7 di crepacci di larghezza all’incirca di 6 metri.
Ma perché le alte temperature avrebbero causato il crollo?
Le temperature medie sia minime che massime da decenni continuano a subire aumenti molto bruschi e non sono solo delle anomalie annuali. L’estate del 2022 è stata molto calda, il ghiacciaio ha registrato temperature minime medie tra le più alte degli ultimi trent’anni e questo ha portato a un accumulo di acqua di disgelo all’interno di uno dei crepacci mediani.
Al momento dell’evento erano stati raggiunti in quota 10.7° C quasi tre gradi in più della media. I crepacci era da settimane che continuavano ad immagazzinare acqua che allargava le cavità, destabilizzando sempre di più il ghiacciaio. L’acqua accumulata all’interno ha esercitato una forte pressione e sollevato così lo strato di ghiaccio. Ma non solo, l’acqua penetrata all’interno dei sedimenti basali ha comportato una spinta di galleggiamento in quanto il ghiaccio è meno denso dell’acqua. Questi sono i due meccanismi che sono stati alla base dell’instabilità che ha portato all’improvviso collasso del ghiacciaio.
“Non era mai accaduto nulla di tutto questo sulla Marmolada. I cambiamenti climatici stanno incidendo pesantemente sulle proprietà del ghiaccio dei ghiacciai inducendo nuove dinamiche, in particolare in alta quota, che richiedono un’attenta analisi delle cause scatenanti di tali eventi” conclude il gruppo di ricerca. È bene quindi fare attenzione quando visitiamo questi luoghi consapevoli del fatto che la montagna sta cambiando e gli effetti sono sempre più visibili e importanti.
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