Crediti immagine: Facebook PNALM

Fucilata l’orsa Amarena, madre di Juan Carrito: altra vittima della gestione del rapporto uomo-orso

Amarena, l’orsa madre di Juan Carrito, è stata uccisa a fucilate la scorsa notte nella periferia di San Benedetto dei Marsi in Abruzzo poco fuori dall’area protetta del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM), da un 56enne del luogo che afferma: “Ho reagito per paura, l’orsa era nel giardino di casa”.

L’orsa Amarena è stata fucilata poco fuori dai confini del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM), da un uomo di 56 anni che dopo essere stato individuato ha affermato: “Ho reagito per paura, l’orsa era nel giardino di casa”. Amarena era solita spostarsi fuori dall’area protetta, infatti solo pochi giorni prima era stata avvistata con i suoi piccoli al seguito nei pressi del centro abitato. Niente di strano perché nella località di Villalago, un borgo fortificato di pochi abitanti dove è avvenuto l’evento tragico, il rapporto con l’orso marsicano è qualcosa di unico. Da sempre i cittadini hanno accolto questa specie come parte della comunità, grazie all’attività attenta dell’amministrazione e dei cittadini i quali cercano di rispettare le abitudini e comportamenti di questi animali mettendo in atto azioni di gestione territoriale per ridurre rischi e pericoli.

Un evento tragico che modificherà l’equilibrio ecologico dell’ecosistema Appenninico?

L’orso Marsicano, diverso per morfologia e genetica dall’orso presente sull’arco Alpino, è una sottospecie di orso bruno che ha fatto del cuore dell’Italia la sua casa per secoli. Questi possenti animali, con il loro manto bruno scuro e la sagoma imponente, un tempo popolavano l’Appennino centrale in gran numero. Tuttavia, a causa della caccia e della perdita di habitat, la popolazione di orsi Marsicani è diminuita drasticamente.
La popolazione di orso Marsicano all’interno del PNALM sono all’incirca 60 dopo un importante sforzo di conservazione. L’uccisione di questa orsa molto prolifera altererà l’equilibrio delicato della riproduzione di questa specie in questo areale. Gli orsi si cibano di ungulati (cinghiali e cervi) e contribuiscono al controllo di queste popolazioni. Mantenendo sotto controllo le popolazioni di ungulati, gli orsi possono influenzare la struttura delle comunità vegetali, poiché un’eccessiva presenza di ungulati può portare alla sovrapascolanza delle piante. Questo uno tra i tanti importanti ruoli ecologici che svolge l’orso con la sua presenza sul territorio italiano. Saranno quindi da valutare e monitorare le conseguenze di questa uccisione dal punto di vista ecologico.

Amarena si trovava nel posto sbagliato?

Purtroppo dobbiamo fare i conti con il fatto che questi plantigradi si muovono e si spostano. Non è stata fucilata perché fuori dal suo posto. Amarena si trovava poco distante dall’area protetta del parco ma pur sempre all’interno del suo areale. Dal 1923 con l’istituzione dell’ente Parco la popolazione di orsi marsicani è confinata nel territorio del Parco e nelle aree montane subito adiacenti dette zone di Protezione esterna. Questo per una superficie totale di 2.500 km2. Seppur con densità contenute gli spostamenti però, possono essere di più grandi estensioni fino a coprire più di 9.000km2 di superficie.
Ciò che è successo è molto strano per il luogo e anche il sindaco di Villalago si indigna, così come il presidente della Regione Abruzzo che commenta- “Sono pronto a costituire la Regione come parte civile contro questo delinquente per tutelare l’immagine e l’onorabilità della nostra gente”.
L’amministrazione di Villalago ha da sempre messo in campo diverse strategie per riuscire a migliorare il rapporto difficile uomo-orso riconoscendone l’importanza per l’ecosistema in nome di tutela e sicurezza. Un esempio di questo è stato l’istituzione di divieto di transito sia veicolare che pedonale lungo la pista forestale per tutelare cittadini e animali a seguito di più di un avvistamento in zone di contatto con la popolazione locale.

Crediti immagine: Facebook PNALM

Conservazione di una specie a rischio

Ora, il responsabile, un 56enne che ribadisce di non aver reagito con l’intenzione di uccidere l’orsa, è stato denunciato e la giustizia farà il suo corso. Rimane la traccia di un evento, che lascia la popolazione sconcertata e riaccende la discussione sulla questione annosa di gestione e conservazione di questi grandi animali selvatici in Italia.


Non c’è giustificazione per un atto di questo tipo, perchè seppur questi animali spesso aggrediscono bestiame e distruggono la produzione agricola il danno viene risarcito prontamente dal PNALM. Ma la paura di fronte a un incontro di questo tipo prende il sopravvento. Anche per chi ormai dovrebbe essere abituato a vivere a stretto contatto con queste specie. Per migliorare e ridurre il rischio che reazioni così violente siano la risposta è chiaro il ruolo dei programmi di conservazione e protezione di queste specie critiche.

Per salvaguardare l’Orso Marsicano e promuovere la sua ripresa, è stato istituito il “Piano d’Azione per la conservazione dell’Orso Marsicano” (PATOM) nel 1985. Un piano che ha stabilito le basi per una serie di misure di conservazione che hanno dimostrato di essere efficaci nel corso degli anni.


Il PATOM prosegue anche per il biennio 2022-2024 dando le linee guida all’ente parco PNALM oltre che strumenti e fondi per le pubbliche amministrazioni per favorire la riduzione di eventi tragici come quello accaduto ad Amarena e ad altri 15 orsi dal 2010 al oggi. Grazie a questo piano è garantita la possibilità di continuare con i programmi di informazione e sensibilizzazione per cittadini e turisti su come reagire in caso di incontro con l’animale e come ridurre l’avvicinamento ai luoghi abitati. Tutto questo è essenziale per superare le enormi sfide della convivenza uomo-orso.

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