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WWF: nasce Renature Italy per proteggere la biodiversità italiana

Tra le varie finalità del WWF, quelle di proteggere, gestire e creare nuove aree protette, oltre che ripristinare gli habitat degradati.

Il 52% degli animali protetti dalla direttiva Habitat del Ministero dell’Ambiente non vive in condizioni adeguate; 240 specie, corrispondenti circa al 50% della fauna italiana, sono a rischio estinzione. Questi sono i dati rilasciati dal WWF sulla situazione faunistica in Italia.
Le cause sono varie e diverse, tra cui spiccano su tutte la caccia e il bracconaggio. Per arginare questo fenomeno, l’organizzazione internazionale ha dato il via al progetto Renature Italy, per salvaguardare la biodiversità della natura e tutelare le specie animali a rischio.

Proteggere e ristabilire, le parole chiave del WWF

Il progetto è stato suddiviso in due macro-parti, Protect e Restore.

Nella prima parte il focus sono i parchi nazionali italiani, con l’obiettivo di garantire il funzionamento e la gestione delle aree protette esistenti, oltre all’idea di crearne altre di nuove. Per conseguire questo obiettivo, è stato integrato un servizio nazionale nelle aree protette, per stabilire connessioni ecologiche tra le aree esistenti e quelle in via di sviluppo.

La seconda parte punta invece a ridare vita a quegli habitat degradati lasciati a sé stessi, tramite, ad esempio, il recupero di rami laterali e lanche e il ripopolamento (o la reintroduzione) di determinate specie. Si prevede di ricostituire il 15% del territorio e di destinarne un altro 10% alla natura.

Ad oggi, si calcola che le zone umide e gli ambienti boschivi sono diminuite del 64%, mentre l’80% dei laghi e il 41% dei fiumi versa in uno stato non adeguato.

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La collaborazione americana con il WWF

L’obiettivo finale è quello di proteggere il 30% della biodiversità italiana entro il 2030.
Per raggiungerlo si unisce al WWF anche Procter&Gamble, multinazionale americana che, complessivamente, mira a ricostituire un milione di metri quadri di aree verdi dislocate in tutto il paese, tra cui spiccano le oasi WWF di Vanzago, Valtrigona, Macchiagrande e quella del Monte Arcosu, la foresta della macchia mediterranea più estesa dell’intero bacino dove, tra l’altro, il WWF già negli anni Ottanta aveva salvato dall’estinzione la specie del cervo sardo.

Proprio l’oasi Bosco di Vanzago è da prendere in esempio, dicono le due organizzazioni sul proprio sito: grazie ad interventi di rinaturazione, sono state create nuove zone umide di importanza europea che ospitano decine di specie animali e vegetali, alcune delle quali molto rare. La messa a dimora di nuovi alberi ha consentito l’aumento della superficie forestale, andando a rafforzare habitat tipici della Pianura Padana, gli interventi per ricreare siepi e filari hanno aumentato la biodiversità degli ecosistemi agricoli, mentre le vacche autoctone mantengono aperti importanti habitat prativi. Nel mentre, l’istituzione di un centro di recupero per la fauna selvatica (CRAS) consente di accogliere e recuperare ogni anno oltre 4.000 esemplari di fauna autoctona, molti dei quali appartenenti a specie protette, di cui più della metà nel 2021 è stata in grado di tornare in natura.

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I primi riscontri mostrano un netto miglioramento

Nonostante il Renature Italy sia nato da solo pochi mesi, si hanno già i primi risultati che, comparati con la situazione precedente, mostrano come la riqualificazione delle aree abbia portato a diversi benefici, come il sequestro e il mantenimento della CO2, il mantenimento della qualità dell’acqua, la conservazione della biodiversità e la tutela di particolari aree dedite ai valori ricreativi e al turismo.

Citando qualche dato, si conta che la popolazione del cervo sardo sia attualmente a quota 1280 esemplari, che indica un aumento del 46% rispetto alle stime del 2019 o 2020, e lo stoccaggio di carbonio, sparso sui 4500 ettari valutati, è pari a 166mila tonnellate, equivalenti a più di 600mila tonnellate di anidride carbonica, la stessa emessa in un anno da 500mila auto.

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