Tor des Géants, un’edizione da record

Il Tor des Géants riserva sempre sorprese. Questo è l’anno dei record, con Franco Collé che torna sul podio per la sua quarta volta consecutiva abbattendo il suo stesso record. Lo stesso accade nel Tor des Glaciers che vede sul gradino più alto il francese Raichon Sebastien e ancora con Daniel Jung, vincitore assoluto del Tot Dret.

Che settimana! Al Tor des Géants quest’anno si stanno abbattendo tutti i record. Iniziata con la partenza del TOR450 la sera di venerdì 8 settembre questa avventura che abbraccia l’intera Valle d’Aosta ha subito dimostrato il valore degli atleti partecipanti. Ritmi altissimi in ogni gara, dai 450 chilometri del Tor del Glacier, ai 330 del Tor des Géants, fino ai 130 chilometri del Tot Dret. Ricerca della performance e racconto di una Valle d’Aosta unica, con il suo affaccio verso le vette più alte delle Alpi. A vincere il TOR450 è, per gli uomini, il francese Raichon Sebastien. Nel TOR330 domina Franco Collé, ormai alla sua quarta vittoria in gara; per le donne arriva il podio dell’inglese Emma Stuart. Ancora nel TOR130 la vittoria di Daniel Jung, per gli uomini; per le donne Enrica Dematteis.

TOR330 - Tor des Géants

Al TOR330 – Tor des Géants domina la gara Franco Collé che si porta a casa la sua quarta vittoria (dopo quelle del 2014, 2018 e 2021) e il nuovo record di gara. Dopo i forfait di Jonas Russi e Simone Corsini prima del via, sembrava scontato che la vittoria del TOR330 fosse un monologo dello stesso Collé. Il valdostano alla partenza però sembrava teso, meno carico del solito, e qualche difficoltà fisica sembrava poter mettere in dubbio il suo trionfo. “Non speravo di vincere, dopo il ritiro dell’anno scorso puntavo solo a finirlo” ha spiegato Collé. Poi si è accodato al francese Romain Olivier, insieme a lui ha percorso quasi 200 chilometri fino a quando, poco prima del Rifugio Magià, il francese ha dovuto fermarsi a riposare. Il momento saliente di un trionfo già scritto? Neanche per sogno. Romain ha recuperato mezz’ora, Collé sembrava affaticato ed i giochi sembravano riaperti. A Ollomont, però, il francese si è fermato per farsi massaggiare e ha mollato la presa. A questo punto l’obiettivo rimaneva uno: quello di battere il suo stesso record di 66h43’57”. A Bosses aveva quasi un’ora di anticipo sui suoi tempi del 2021, ma il vantaggio si è via via assottigliato: il valdostano era affaticato e dolorante, ed il suo passo ne ha risentito. La discesa dal Malatrà è stata lunga e interminabile ma l’obiettivo è stato raggiunto per qualche minuto. Franco Collé ha tagliato il traguardo alle 4.39, in 66h39’16”. “Sono stati tre giorni intensi per me e la mia famiglia, ma il Tor è il Tor, è una cosa unica, da provare o da vedere dal vivo. So che non riuscirò mai a staccarmi da questa gara”.

La vittoria femminile è invece andata all’inglese Emma Stuart giunta al traguardo alle 20.21, dopo 82 ore 21 minuti e 24 secondi di gara. Veterinaria e runner, disputa nel 2019 la sua prima ultramaratona la 50 chilometri Manx Mountain Marathon, chiusa con un sorprendente secondo posto. Quest’anno poi ha ottenuto un prestigioso terzo posto alla 120 chilometri della Lavaredo Ultra Trail, vincendo due 100 miglia “in casa”, l’Ultra-Trail Snowdonia e la The Arc of Attrition, dove è arrivata addirittura quarta assoluta.

TOR450 – Tor des Glaciers

Ritorna sul trono del Tor des Glaciers Roi Sébastien. Lo ha fatto a modo suo, demolendo letteralmente il suo stesso record (123h57’18”) fatto registrare lo scorso anno. Il francese ha gestito la gara in maniera pressoché perfetta, lasciando sfogare i suoi avversari nei primi 50 chilometri, in particolare Peter Kienzl. Dopo è passato al comando nella traversata tra il Rifugio Vittorio Emanuele II e il Rifugio Chabod, al termine della prima giornata di corsa. Da quel momento in poi Raichon ha ingranato la quarta e non si è più voltato, intraprendendo una cavalcata solitaria a ritmi forsennati, conclusa sotto l’Arc de Triomphe di Courmayeur, nel pomeriggio di mercoledì 13 settembre, alle 14.29 con il tempo stratosferico di 114h29’01”. “È stata più dura e difficile dello scorso anno”, ha svelato Raichon all’arrivo. “Ho avuto un problema alla gamba, mi sono quasi perso durante un temporale e poi c’erano questi giovani che spingevano, dietro di me, cosa che mi ha stimolato e spronato ad andare ancora più forte”.

Per festeggiare la prima donna bisognerà ancora aspettare diverse ore. Al momento alla testa della corsa c’è la svizzera Golay-Geymond Florence.

TOR130 – Tot dret

Centro al primo colpo per Daniel Jung, che alla sua prima partecipazione al TOR130 si porta a casa vittoria e nuovo record, grazie al controllo assoluto della gara. Partito subito all’attacco, fin dalla partenza di Gressoney, viaggiando sempre costantemente sotto i tempi sia di Henri Grosjacques (22h06’31”, senza il Col Brison) e di Giuliano Cavallo (23h01’25”, nel 2019). Jung è giunto a Courmayeur all’ora dell’aperitivo, chiudendo la sua fatica in 21h11’04”, nuovo record del percorso. “Avrei voluto restare sotto le 20 ore, il mio obiettivo dichiarato della vigilia” ha spiegato Jung all’arrivo. “Mi sono subito reso conto che il percorso era molto più tecnico di quanto avessi immaginato e poi il terreno era particolarmente scivoloso a causa della pioggia. Come se non bastasse, ho pure avuto un problema allo stomaco, ho rimesso più volte e non sono riuscito a mangiare nulla nelle ultime ore di gara: sono andato avanti bevendo solo Coca-Cola”.

Per le donne vince la piemontese Enrica Dematteis concludendo la gara in 27h56’15’’.

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