Teodulo: le ruspe scavano il ghiacciaio per la Coppa del mondo di sci

La presenza del cantiere, e soprattutto quella degli escavatori, non è passata inosservata, tanto da portare a una presa di posizione da parte delle organizzazioni Pro Natura e Mountain Wilderness Svizzera. Le due hanno così deciso di rivolgersi all’associazione Avvocati per il clima, con l’intento di presentare una richiesta urgente per l’immediata interruzione dei lavori da parte della Commissione cantonale per l’edilizia.

Immediata è stata la replica di David Taugwalder, responsabile media del comitato organizzatore di Zermatt: “Abbiamo preso atto delle accuse e le respingiamo categoricamente. Non c’è assolutamente nulla da nascondere. Le autorità possono farsi un’idea. Siamo trasparenti”. Più morbidi sono stati i referenti della Commissione cantonale per l’edilizia, che hanno spiegato come qualora dovessero esserci ampliamenti della pista non previsti, si aprirà una procedura di verifica. Indicando anche l’eventualità di una sanzione per la violazione di termini.

Duri anche i quotidiani locali, come 24HeuresLink che definisce i lavori come “un’aberrazione ecologica”. 20 Minuten scrive invece: “Questo fa vacillare la mia fede nel buon senso”. Insomma, se lo sci in pista è già da molti anni sotto l’obiettivo per la sua sostenibilità, eventi di questo tipo non posso che far aumentare le domande su una pratica che negli ultimi tempi sta perdendo sempre più consensi.