Crediti immagine: Canva

Le rotte migratorie dell'Ibis eremita si spostano dalle Alpi a causa del cambiamento climatico

La collaborazione tra Italia, Germania e Austria porta a un progetto di reintroduzione degli Ibis eremita in Europa grazie alla migrazione a guida umana

Famosi per le loro variopinte colorazioni e simbolo del dio Thoth dell’antico Egitto. Gli Ibis sono uccelli dall’importante ruolo ecologico appartenenti alla famiglia degli ibidi. Alcuni amano migrare percorrendo lunghe distanze, altri invece sono più sedentari. Quasi totalmente estinti in centro Europa ma grazie al progetto “Reason for Hope” e la collaborazione tra Austria, Italia e Germania si sta sperimenta la migrazione a guida umana per reintrodurre la specie e preservarne la sopravvivenza. Il cambiamento climatico però sta minacciando l’avanzamento del progetto.

Ibis eremita: l'importanza della migrazione a guida umana per preservare una specie a rischio di estinzione

Se siamo in giro per il Sud America tropicale nei parchi di Kuala Lumpur sarà facile avvistare l’Ibis rosso dal colore scarlatto e molto appariscente. Mentre il parco nazionale, Tierra del Fuego in Argentina è popolato da una grande colonia di Ibis faccia nera e Ibis Verdastro. Ne esistono diverse specie distribuite in varie parti del mondo dai piumaggi variegati e ciò che lo caratterizza è la cresta composta da piccoli ciuffi spesso molto buffa che si dispiega in momenti di eccitazione. È solito trovarlo in ambienti acquatici, paludi, laghi e fiumi perché si cibano principalmente di crostacei e pesci. L’ibis è classificato come “criticamente minacciato” nella lista rossa della IUCN (Unione internazionale per la conservazione della natura). Le cause sono molteplici ma la principale è l’intensa attività umana e la caccia che ha portato alla sua completa estinzione nel centro Europa. La specie presenti in centro Europa, l’Ibis eremita (Geronticus eremita) si trovano principalmente nella Laguna di Orbetello in Italia. Li troviamo in queste zone durante il periodo di nidificazione per accoppiarsi. Si spostano in aree più calde del Nord Africa e Medio Oriente per lo svernamento e poi vi ritornano. Purtroppo, a causa della pressione venatoria i pochi individui superstiti del Marocco e della Turchia smisero di migrare riducendo il tasso di riproduzione e la presenza della specie eremita in Europa.


Gli ibis sono animali preziosi per la biodiversità con un funzioni ecologiche importanti: controllano le popolazioni di animali acquatici grazie alla loro ricerca di cibo, disperdono i semi attraverso il loro sistema digestivo e sono un importante indicatore di salute degli ecosistemi. Senza dimenticare il valore culturale e turistico. Il loro “sondeggiar”, cioè quello strano movimento ondeggiante del corpo che usano per comunicare all’interno della colonia o le esibizioni in volo sincronizzate, attira appassionati di natura e fotografi naturalisti e favorisce lo sviluppo del turismo “lento”. Per ristabilire le popolazioni e mitigare anche gli effetti dei cambiamenti climatici sulle sorti di questa famiglia di uccelli, sono nati diversi studi e progetti di reintroduzione degli ibis per preservare e aumentare la popolazione.

Crediti immagine: Canva

Il Progetto LIFE+ sull’ibis eremita: migrazione a guida umana

Nell’ambito del progetto dell’Unione Europea LIFE+ Biodiversità è nata una collaborazione tra Italia, Germania e Austria per la reintroduzione dell’Ibis eremita in Europa sfruttando la migrazione a guida umana. Si è sviluppata nel centro di ricerca Konrad Lorenz (dal nome del padre dell’etologia) la possibilità di ristabilire una popolazione degli Ibis a partire da genitori allevati negli zoo.
Nella primavera del 2013 è partito il progetto “Reason for Hope”, con capostipite l’organizzazione Waldrappteam seguita dallo zoologo Bernhard Gönner. L’obiettivo è quello di ristabilire la rotta migratoria, quindi insegnare a più di 30 Ibis nati e allevati nei parchi naturali di Germania e Austria, cioè in ambiente controllato, la rotta per l’oasi del WWF della Laguna di Orbetello.

Ma come si fa ad insegnare a degli uccelli come volare? Grazie all’imprinting, cioè l’attaccamento che si sviluppa tra un piccolo e la prima figura che vedono dopo la nascita. L’idea è stata quella di insegnare loro la migrazione perché nati in cattività e affiancarli a una figura umana che avrebbero riconosciuto come genitore adottivo.

Il primo esperimento si è concluso con il volo di un ultraleggero (piccolo mezzo aeree somigliante a parapendio ma con motore) con a bordo due biologhe che ha sorvolato l’Europa. È stato un volo di più di 5 ore con a fianco un gruppo di Ibis eremiti partito da Burghausen in Germania, e Kuchl in Austria fino in Toscana con tanto di pause di riposo e rifornimenti di carburante per umani, ibis e paraplano. Da quel momento ogni anno due paraplani accompagnano gli ibis in questa rotta migratoria con l’obiettivo di aumentare la popolazione selvatica di Ibis eremita che autonomamente sarà in grado di spostarsi da nord a sud per continuare a riprodursi più rapidamente. Una volta arrivati all’oasi la nuova generazione rimane ad Orbetello fino alla maturità sessuale: a quel punto sarà l’istinto di tornare verso Salisburgo dove sono nati a prevalere e ci andranno ricordando la strada fatta nella prima migrazione.

Le madri adottive genericamente possono essere diverse e sono le uniche che entrano in contatto con i volatili durante tutto il tempo, dai mesi prima della spedizione e nei mesi dopo l’arrivo all’oasi dove il distacco avviene sempre gradualmente. Grazie al legame instaurato tra le due madri scelte e gli ibis, la migrazione a guida umana funziona. Ma gli accorgimenti per la buona riuscita dell’esperimento sono diversi: devono essere due persone dello stesso sesso, che vestono dello stesso colore e devono usare un linguaggio con particolari richiami per attirarli a sé, spesso suoni o brevi ritornelli musicali.

Crediti immagine: Canva

Il Cambiamento climatico sta minacciando il progetto degli Ibis Eremita

Nell’agosto scorso si è tenuto l’ultimo viaggio tra il gruppo di ibis e le due madri adottive. Ad oggi sono più di 200 gli ibis monitorati con GPS (lo può fare chiunque grazie ad una app Animal Tracker). Il cambiamento climatico però sta portando degli ostacoli al progetto.
Ogni anno la partenza degli Ibis per la traversata delle Alpi che avviene intorno ai primi di ottobre) risulta posticipata a causa delle temperature sempre più calde. Gli Ibis si spostano sfruttando delle particolari correnti ascensionali delle Alpi e se mancano per via della variazione del clima, la colonia non riesce a spostarsi riducendo le possibilità di ritorno in Laguna in autonomia e di fatto alterando la riuscita degli esperimenti. Per questo, Waldrappteam ha deciso di insegnare una rotta migratoria alternativa agli ibis remita. Questa estate non ci sarà nessuna spedizione verso l’Italia ma tutto si sposterà verso la Spagna, in Andalusia, verso una colonia sedentaria.
Il gruppo si sta preparando a tutte le sfide dietro questo cambio di rotta per continuare le migrazioni e arrivare al 2028 come da programma con una popolazione sempre maggiore di Ibis.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp