Ghiacciaio del Teodulo, ritrovato il corpo di un alpinista scomparso nel 1986

Scoperto sul ghiacciaio del Teodulo, a Zermatt, il corpo di un alpinista scomparso nel 1986. Il ritrovamento, dovuto alla fusione glaciale, contribuisce a testimoniare quanto sta accadendo con la crisi climatica.

Sul ghiacciaio del Teodulo, a Zermatt in Svizzera, lo scorso 12 luglio è stata effettuata una scoperta sconvolgente: i resti di un alpinista scomparso nel 1986 sono emersi a causa della progressiva fusione dei ghiacci. Il ritrovamento è stato dovuto alcuni alpinisti di passaggio che hanno notato alcuni oggetti emergere dal ghiaccio, tra cui uno scarpone e un paio di ramponi. Le successive analisi del DNA hanno rivelato che si trattava di un uomo tedesco dichiarato scomparso 37 anni fa.

Il ritrovamento nel ghiacciaio

Il corpo dell’alpinista tedesco, che all’epoca della sua scomparsa aveva 38 anni, è stato ritrovato nel Canton Vallese, a pochi chilometri dal Cervino. La polizia svizzera non ha ancora fornito dettagli sulle circostanze della sua morte.
Questa non è la prima volta che a causa della fusione dei ghiacci si scoprono segreti sepolti sotto la coltre bianca. Nel 2022, sul ghiacciaio Stockji, sempre a Zermatt, erano stati ritrovati i resti di un altro alpinista tedesco disperso nel 1990. Altri ritrovamenti simili sono stati fatti sul ghiacciaio dell’Aletsch, il più esteso delle Alpi, e sul ghiacciaio del Cervino

Scioglimento dei Ghiacciai: Un segnale della crisi climatica

Questi rinvenimenti contribuiscono a testimoniare l’effetto del cambiamento climatico sui ghiacciai. Secondo gli esperti, tra il 2001 e il 2022 i ghiacciai svizzeri hanno perso circa un terzo del loro volume, con un ulteriore 6% di riduzione solo nel 2022. La situazione è altrettanto critica anche in Italia, dove il ghiacciaio della Marmolada ha subito una perdita del 30% del suo volume tra il 2004 e il 2014, e si prevede che scomparirà completamente entro il 2050.

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