Crediti immagine: Soccorso Alpino e Speleologico Veneto

È crollato “l’Omo”, modificate per sempre le Piccole Dolomiti

Sul Monte Plische, a Recoaro Terme, si è sbriciolato il torrione roccioso accanto a “la Dona”. Un altro crollo che, insieme a quelli degli ultimi anni, hanno cambiato il volto delle Piccole Dolomiti.

Nella giornata del 6 giugno, a 1830 metri d’altitudine, sul Monte Plische (Recoaro Terme) un gruppo di escursionisti si è trovato di fronte a uno spettacolo surreale: il crollo di un torrione roccioso, quello dell’Omo, simbolo delle Piccole Dolomiti. I camminatori erano diretti al rifugio Scalorbi, sul confine tra il vicentino e il trentino, seguendo il sentiero n. 113 denominato dell’Omo e della Dona.
Sul luogo sì è recata una squadra del Soccorso Alpino e Speleologico Veneto, verificando l’entità del blocco caduto. “Dalle verifiche non sono risultati danni ai sentieri sottostanti né la presenza di materiali pericolanti”, ha rassicurato il Comune di Recoaro Terme, “A prima vista lo smottamento di pietrisco alla base del massiccio roccioso potrebbe aver causato il crollo”.

Un simbolo delle Piccole Dolomiti

Per gli appassionati, una notizia tragica, dato che i due blocchi di pietra erano il simbolo della zona, fondamentali per orientarsi, soprattutto nelle giornate di maltempo. Una notizia condivisa anche dal presidente del consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti: “Ciao Omo: nel monte Plische, la Dona è rimasta sola. Il sentiero 113 e la salita dalla Gazza perdono una delle due guglie, la più possente, immagine classica ed emblematica del gruppo del Carega: siamo in tanti ad aver fatto quel percorso e oggi ci troviamo anche noi un po’ più soli. Un crollo che fa pensare: è il ciclo della vita”.
Proprio il maltempo è stata la causa del crollo, con le continue piogge, martellanti, che hanno infine fatto cedere la guglia maggiore, lasciando ora un buco a cui sarà difficile abituarsi.
“Il volto delle nostre montagne è segnato da un’erosione ininterrotta, da uno sfaldarsi privo di pause. La forza di gravità, la forza della pioggia, la forza della neve, del ghiaccio e del vento… Le rocce prima o poi cedono, si sgretolano, capitolano”, è la dichiarazione rilasciata dai referenti del Club Alpino Italiano.

Crediti immagine: Facebook

Piccole Dolomiti: Il monito del comune sulla fragilità e la prudenza in montagna

Un’immagine iconica che non esisterà più, quella legata al profilo delle Piccole Dolomiti, un monito che ricorda il delicato equilibrio della montagna. “L’accaduto è l’ennesima conferma della fragilità dell’ambiente montano. Prendersene cura – ricorda il Comune di Recoaro – non è certo semplice perché questi sono fenomeni naturali, ma possono creare condizioni di grande pericolo. Per questo rinnoviamo l’invito alla massima prudenza e alla responsabilità quando si sceglie di percorrere un sentiero, intraprendere una ferrata o salire una via di roccia. Dobbiamo sempre considerare la nostra preparazione, il nostro equipaggiamento e soprattutto i nostri limiti. Meglio poi affidarsi ai consigli di chi vive ogni giorno la montagna come gli operatori del soccorso alpino, le guide alpine e gli operatori di locande, rifugi, malghe”.

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