Montagna salata, skipass sempre più cari

Aumento delle temperature e maggiori costi energetici stanno mettendo a dura prova il mondo dello sci in pista che, anche quest’anno, si prepara ad avviare la stagione nel segno dei rincari.

In pista. Foto Pixabay
In pista. Foto Pixabay

Il 25 novembre ripartirà la stagione sciistica e lo farà nel segno dei rincari. Tra gli impianti con il maggior incremento di prezzo c’è Dolomiti Superski, che ha annunciato l’8% di aumento degli skipass giornalieri e plurigiornalieri per la stagione sciistica 2023-2024. Gli abbonamenti stagionali, invece, vedranno un incremento limitato al 4%. Questa decisione, nota dall’aprile scorso, arriva in un momento in cui le condizioni climatiche giocano un ruolo fondamentale per le stazioni sciistiche.

Legame tra rincari e aumento delle temperature

L’anno scorso, il comprensorio Via Lattea, che include Sestriere, Sauze d’Oulx, Cesana, San Sicario e Claviere, ha registrato una maggiore accumulazione di neve rispetto alla stagione 2021-22. Nonostante ciò, sono diminuiti i giorni con temperature al di sotto dei -4° C. Carlo Carmagnola, esperto di Fisica della neve, ha spiegato a Rainews che “il problema non risiede nella diminuzione delle precipitazioni, ma nell’aumento delle temperature, che porta a periodi di neve più brevi e concentrati.

Per affrontare questa sfida, l’attenzione si sta spostando sull’innevamento programmato. Giovanni Brasso, presidente di Sestriere SPA, ha rivelato che sono stati rinnovati 7500 metri di piste e che ulteriori 16mila metri saranno parte di un investimento pluriennale da 15 milioni di euro. Il 2025 vedrà anche il ritorno della Coppa del mondo di sci femminile e l’introduzione di nuove app e casse automatiche per ridurre le attese, agganciando il comparto turistico a quello sportivo e tecnologico.

Non c’è aumento che tenga

Nonostante l’aumento dei prezzi degli skipass, i dati mostrano un trend positivo per Dolomiti Superski. Lo scorso anno gli incassi sono cresciuti del 25%, con i primi ingressi aumentati del 19%.

I rincari della zona Dolomitica, peraltro, non sono un caso isolato. Uno studio di Altroconsumo sulla stagione sciistica scorsa (2022-2023) ha evidenziato un aumento medio del 9,2% nel prezzo degli skipass giornalieri e dell’8,7% per quelli settimanali nelle 29 stazioni sciistiche esaminate. Questi rincari sono attribuiti in gran parte ai crescenti costi energetici, al punto che alcune stazioni minori, come Panarotta in Trentino, hanno optato per non attivare i loro impianti. Nonostante ciò, le prenotazioni alberghiere in Trentino sembrano non essere state influenzate, grazie in particolare al ritorno dei turisti stranieri dopo le restrizioni del Covid.

Penalizzati i turisti mordi e fuggi

I rincari più alti sono stati appannaggio delle stazioni sciistiche lombarde dell’Adamello, con un aumento del 16% nel prezzo dello skipass giornaliero. Alcune località invece, come Tarvisio e Champorcher hanno mantenuto invariati i prezzi degli skipass. Sorprendentemente, il comprensorio Monterosa ha addirittura visto una riduzione del 3,3% nel costo dello skipass giornaliero.

In media, una famiglia ha speso circa 160 euro al giorno per sciare nel 2022-2023; il costo sale a 270 euro se si includono i costi per l’eventuale noleggio dell’attrezzatura. Nonostante gli aumenti, le prenotazioni alberghiere nelle regioni alpine la stagione passata sono rimaste solide, con un tasso di occupazione vicino al 60% fino al 10 marzo scorso. Non c’è dunque da temere per il comparto turistico alpino, almeno per il momento. A essere penalizzati, piuttosto, paiono i turisti del “mordi e fuggi”. Un aspetto non necessariamente negativo, che potrebbe portare a una crescente fidelizzazione dei frequentatori abituali della montagna, spesso più attenti alle buone pratiche necessarie per la tutela degli ecosistemi montani, messi sempre più in crisi da turismo selvaggio e cambiamento climatico.

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