Mario Vielmo allo Shisha Pangma, il suo 14° Ottomila

Dopo aver scalato il Nanga Parbat in primavera Mario Vielmo è da poco partito alla volta dello Shisha Pangma, il suo 14esimo Ottomila.

È partito alla volta dello Shisha Pangma (8027 m), Mario Vielmo. L’ultimo Ottomila mancante alla sua collezione, dopo aver raggiunto la vetta del Nanga Parbat (8126 m) lo scorso 3 luglio. Con lui in questo obiettivo, l’amico Sebastiano Valentini.

Lo Shisha Pangma è il quattordicesimo Ottomila per altezza e si trova in territorio tibetano dove, negli ultimi anni, gli stranieri interessati a realizzare spedizioni alpinistiche non hanno avuto vita facile a causa di restrizioni e limitazioni burocratiche. La montagna è costituita da tre cime e la via normale corre sul suo versante nord, non presentando grandi difficoltà tecniche, tranne per la parte finale. L’affilata cresta che conduce dalla vetta centrale, da affrontare “a cavalcioni”. Proprio per queste difficoltà molti degli alpinisti che vogliono salire questa montagna si devono arrendere e “accontentare” della cima centrale.

Nonostante questo parliamo di uno degli Ottomila più ambiti, ideale per gli alpinisti che vogliono approcciarsi all’altissima quota. Per la sua scalata sono comunque necessarie buone capacità tecniche, un accurato acclimatamento e una eccellente preparazione fisica.

La storia himalayana di Mario Vielmo

Una carriera che inizia da lontano quella di Vielmo ad altissima quota. Nel 1996 partecipa alla sua prima spedizione himalayana, al Broad Peak (8047 m) riuscendo a toccare i 7500 metri di quota. L’anno successivo raggiunge la sua prima vetta, quella del Dhaulagiri (8167 m). Poco dopo è sulla vetta del Manaslu (8163 m) e nel 2001 sugli 8201 metri del Cho Oyu.

Nel 2003 lo troviamo in cima all’Everest (8848 m), in solitaria, con utilizzo di bombole d’ossigeno. Qualche anno dopo, nel 2008, avrebbe riprovato la salita, questa volta senza l’ossigeno, trovandosi però costretto a rinunciare a soli 200 metri della vetta a causa di un drastico peggioramento della meteo. Nel 2004 tocca la vetta centrale dello Shisha Pangma (8008 m). Seguono poi il Gasherbrum II (8035 m) e il Makalu (8463 m). Con sette Ottomila nel cassetto partecipa, nel 2007, alla spedizione di Daniele Nardi al K2 (8611 m) riuscendo a raggiungere la vetta il 21 luglio. Una spedizione tragica segnata dalla perdita del compagno di spedizione Stefano Zavka.

Nel 2013 raggiunge la cima alla vetta del Kangchenjunga (8586 m), la terza vetta del Pianeta. Nel 2016 tocca all’Annapurna (8091 m), di cui raggiunge la vetta il primo maggio. Un anno dopo è sulla cima del Lhotse, senza utilizzo di bombole d’ossigeno. Siamo così a quota undici Ottomila. L’11 luglio 2019 raggiunge il punto più alto del Broad Peak (8047 m) e infine il 4 luglio 2023 tocca al suo tredicesimo Ottomila, il Nanga Parbat. Obiettivo di quest’anno, sullo Shisha Pangma, è raggiungerne la cima più alta, dopo aver raggiunto la vetta centrale e aver riprovato la sfida nel 2018, quando decide di ritirarsi in seguito alla morte dello scalatore bulgaro Boyan Petrov.

Gli Ottomila di Mario Vielmo

  • 1998 – Dhaulagiri
  • 2000 – Manaslu
  • 2001 – Cho Oyu – In solitaria
  • 2003 – Everest – In solitaria (con ossigeno)
  • 2005 – Gasherbrum II
  • 2006 – Makalu
  • 2007 – K2
  • 2013 – Kangchenjunga
  • 2016 – Annapurna
  • 2017 – Lhotse
  • 2019 – Broad Peak
  • 2021 – Gasherbrum I
  • 2023 – Nanga Parbat
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