"Le montagne non ricrescono", una due giorni per la tutela delle Apuane

A Carrara una due giorni (16/17 dicembre 2023) organizzata dall'”Assemblea per l’accesso alla montagna” contro l’eccesso di attività estrattive nelle Alpi Apuane.

Sensibilizzare la cittadinanza, le Istituzioni e il mondo delle imprese sulle conseguenze, di natura ambientale ed economica, degli eccessi dell’attività estrattiva nelle Alpi Apuane, proponendo al contempo alternative sostenibili per questi territori montani é l’obiettivo della manifestazione nazionale “Le montagne non ricrescono. Fermiamo l’estrattivismo in Apuane e ovunque” e della due giorni di sabato 16 e domenica 17 dicembre a Carrara.

Promotori sono il Club alpino italiano, con la Commissione centrale tutela ambiente montano e il Gruppo regionale Cai Toscana, Arci, Athamanta, Comitato Comunità Civica della Cappella di Seravezza (LU), Coordinamento ambientalista apuoversiliese e Italia Nostra, riuniti nell'”Assemblea per l’accesso alla montagna”. Oltre a loro, sono un centinaio le realtà aderenti alla giornata, tra cui diverse Sezioni Cai.

L'attività estrattiva nelle Apuane

Con il termine “estrattivismo” le associazioni intendono un sistema in cui le aspettative del mondo imprenditoriale legato alle cave si impongono sulle esigenze sociali, ambientali ed economiche delle comunità.

L'”Assemblea per l’accesso alla montagna” evidenzia che dalle Alpi Apuane vengono estratte ogni anno cinque milioni di tonnellate di montagna, un’attività che genera ingenti guadagni per pochi e incalcolabili danni per gli ecosistemi e la popolazione.

Negli ultimi trent’anni è stato estratto più marmo che nei precedenti 2000 anni. L’80% di esso viene in larga parte utilizzato per l’industria del carbonato di calcio, mentre meno dell’1% è destinato all’arte.

Oggi nelle Alpi Apuane sono presenti oltre 160 cave attive e più di 500 inattive, mentre sono oltre 10 milioni i metri quadrati di territorio ridotto a discariche di scarti di estrazione.
In piena crisi climatica, la marmettola (fango carbonatico prodotto dall’attività di estrazione) compromette le acque di uno dei più importanti bacini idrici d’Italia, che viene incessantemente inquinato.
L’occupazione industriale della montagna, inoltre, ostacola l’accesso e la frequentazione da parte degli escursionisti, contrastando così lo sviluppo di economie sostenibili alternative. Sono diversi i sentieri interrotti o cancellati a causa delle attività estrattive in aree che li intercettano.
 
“È da diverso tempo che il Cai è impegnato nella difesa delle Apuane”, afferma il Presidente generale del Cai Antonio Montani. “La protezione di questo straordinario ambiente è per noi una priorità e siamo da subito disponibili come interlocutori delle istituzioni per studiare progettualità alternative che abbiano come elementi imprescindibili l’attenzione agli ecosistemi e la sostenibilità. La Giornata Internazionale della Montagna 2023 dell’11 dicembre scorso è stata dedicata al ripristino degli ecosistemi montani, con la volontà di includere pienamente le montagne nel Decennio delle Nazioni Unite per il ripristino degli ecosistemi 2021-2030, co-guidato dalla FAO e dal Programma ambientale delle Nazioni Unite. Le Apuane hanno il diritto di esserne parte”.

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