- Settembre 18, 2023
- 10:00 am
Il lupo e la sua protezione: L’Ue fa davvero un passo indietro?
Ursula Von der Leyen solleva dubbi sulla protezione del lupo in Europa: polemiche e impatto sulle comunità di tutta Europa.
La presidente della commissione europea Ursula Von del Leyen in un comunicato di pochi giorni fa si esprime su una possibile rivalutazione dello status di protezione del lupo in Europa. “La concentrazione di branchi di lupi in alcune regioni europee sta diventando un pericolo per il bestiame e per l’uomo” – afferma a seguito di uno spiacevole episodio personale che ha coinvolto un suo animale da compagnia. Diversi eurodeputati hanno successivamente accusato la presidente di voler quindi ridefinire lo status di protezione del lupo senza basi scientifiche. Questo cosa comporterà? Avverranno fucilazioni senza controllo? Riprende il dibattito tra associazioni ambientaliste, allevatori e chi da anni si impegna per la protezione di questo importante mammifero.
Il lupo è una specie protetta
Il lupo (Canis lupus), specie di interesse comunitario, è un predatore largamente presente in gran parte dei Paesi europei quali la Romania, Germania e Spagna. Sebbene considerato estinto la popolazione è in continuo aumento, passando dal 2015 al 2020 da 15.000 a circa 20.000 esemplari in tutta Europa. Questo è il risultato delle diverse direttive e regolamentazioni per la loro protezione, di svariati piani di azioni e protezione oltre che manovre di risarcimento introdotte dai governi per garantire ai lupi il loro spazio e migliorare il faticoso rapporto uomo-lupo.
Considerato il predatore per eccellenza è una specie protetta in Europa secondo la Direttiva Habitat che ne vieta l’uccisione, il disturbo, la detenzione, il trasporto e la cattura. Il lupo è una specie che oggi viene considerata dall’Unione mondiale la Conservazione della Natura (IUCN), “vulnerabile” lungo gli appennini, e in “pericolo” nella zona Alpina. In Italia, inoltre, dal 1992 è protetta anche da un punto di vista sanzionatorio.
L’impatto del lupo sulle attività umane
Il lupo è un animale controverso come è controverso il rapporto umano con questi animali. Come l’orso, è un animale che affascina e che è così distante che sembra essere presente solo nei libri di biologia animale. Fino a che sentiamo di qualche attacco verso capi di bestiame o quando si permettono di invadere gli spazi umani.
Quando si parla di lupi, si parla di carnivori e di animali dall’importante ruolo ecologico. È chiaro che non sia facile gestire il rapporto con questi animali, una relazione che si deve fondare sulla coesistenza. La comunità scientifica continua a ribadire il ruolo fondamentale di azioni di prevenzione e conservazione per poter essere consapevoli della loro natura e ridurre i danni verso l’uomo e le attività produttive.
Sebbene l’impatto del lupo sulle attività zootecniche in Italia, ad esempio, sia in aumento con circa 8mila capi di bestiame ogni anno predati secondo i dati ISPRA al 2019, il parlamento europeo ha definito nella direttiva Habitat del 1992, per cui ogni Stato membro deve avere dei piani di monitoraggio e strumenti finanziari per misure adeguate di compensazione per allevatori e agricoltori.
L’Unione europea potrebbe modificare lo status di protezione del lupo
Le parole di Ursula Von der Leyen, quindi, sembrano controcorrente. La commissione europea ha da sempre riconosciuto il suo ruolo istituzionale nel definire linee guida ai Paesi membri per una corretta gestione del lupo su tutto il territorio europeo. Questo viene confermato da una serie di investimenti come quelli introdotti con il progetto LIFE WolfAlps EU, un progetto che agisce per costruire azioni coordinate atte a migliorare la coesistenza fra lupo e attività umane nella zona alpina. Alcune misure sono la definizione di strumenti per proteggere il bestiame, tra cui recinzioni e cani da guardia o installazione di presidi per contrastare possibili attacchi.
Il discorso è stato ampiamente criticato in quanto l’affermazione potrebbe aumentare la paura verso un animale già stigmatizzato e piuttosto in opposizione alla promozione di una cultura ecologica di cui diversi esperti, tra cui biologi e etologi denunciano l’assenza da tempo.
È bene chiarire che con questa affermazione la commissione apre la possibilità di apportare alcune modifiche alla direttiva. Si consentirebbe alle autorità locali e nazionali a sfruttare deroghe alle leggi già in essere per consentire l’uso di trappole. La commissione ha quindi annunciato di voler lasciare ai Paesi membri più libertà nella gestione a livello territoriale in termini di azioni di controllo sorvegliato sulla popolazione di lupi.