- Ottobre 4, 2023
- 3:00 pm
Himalaya: i russi puntano a Cho Oyu e Dhaulagiri
Doppia spedizione per i russi quest’autunno. Una spedizione tenterà il Cho Oyu per una via incompiuta, mentre una seconda spedizione proverà la via normale al Dhaulagiri.
Gli esperti alpinisti russi Andrei Vasiliev, Vitaly Shipilov, Victoria Klimenko, Sergey Kondrashkin e Kirill Eiselman proveranno a scalare il Cho Oyu (8201 m) attraverso il suo difficile versante meridionale, in Nepal. Una seconda spedizione, composta da Rasim Kashapov, Nadezhda Oelena e Roman Avildaev si muoverà invece sul Dhaulagiri (8167 m) con l’obiettivo, si vocifera, di tentare la via normale.
Una doppia spedizione per commemorare il 100esimo anniversario dalla nascita dell’alpinismo russo e del Ministero dello Sport russo. Tra le curiosità la decisione del gruppo di non utilizzare bombole d’ossigeno, ma soprattutto di affrontare le salite senza il supporto degli sherpa.
Cho Oyu
L’obiettivo della spedizione diretta al Cho Oyu, guidata da Andrei Vasiliev, è la cresta sud-ovest, la stessa via tentata da un team nepalese nell’inverno 2021/2022. L’ultima decisione sull’obiettivo, spiegano, rimane però alle condizioni del momento, quando si troveranno di fronte alla montagna.
Il piano per il momento prevede di superare la grande seraccata terminale, andando a piazzare un campo sull’altopiano, a circa 6800 metri di quota. Da qui dovrebbe iniziare la salita lungo la cresta, che culmina con un bastione roccioso che si sviluppa tra i 7800 e gli 8100 metri di quota. Superato questo, la via per la vetta è aperta. Da evidenziare come nessuna delle due precedenti spedizioni sia mai riuscita a raggiungere l’attacco del bastione, fermandosi alla quota massima di 7600 metri.
Se la salita dovesse riuscire si tratterebbe della quinta via sul versante sud, dopo quelle aperte da Denis Urubko e Boris Dedeshko attraverso la parete sud; quello salito dai polacchi Maciej Berbeka, Maciej Pawlikowski, Andrzej Heinrich e Jerzy Kukuczka durante la prima salita invernale alla montagna; quello austriaco che affronta la parete sud-est; e quello russo che sale prima la cresta sud-est e poi la cresta est.