Dalla 'Transizione Ecologica' all' 'Eco-Ansia': Il vocabolario dell'ambientalismo

La lingua è uno specchio che riflette i tempi, permeabile agli eventi esterni. È notizia di questi giorni che parole come “Transizione energetica” e “Agenza verde” faranno il loro ingresso nel Devoto-Oli.

Foto Canva
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La lingua è quanto di più permeabile agli eventi esterni: è la pelle con cui avvolgiamo i nostri pensieri e per questo è soggetta a usura e rinnovamento, ma allo stesso tempo ci caratterizza e ci protegge, conservando la nostra identità più profonda, quasi un codice fiscale che ci colloca nel tempo e nello spazio.

Sono da poco circolati sul web alcuni neologismi che il Devoto-Oli includerà nell’edizione 2024. “Transizione energetica” e “Agenda verde” fanno il loro ingresso fra i vocaboli che hanno avuto la forza di entrare “negli usi collettivi della lingua per un periodo di tempo significativo”: così stabilisce l’Accademia della Crusca, massima autorità in materia di lingua italiana, per poter parlare veramente di “parole nuove”. I grandi eventi incidono molto nella loro creazione, basti pensare alla “covidizzazione” del lessico in tempo di pandemia. Lo stesso per le questioni epocali: il cambiamento climatico può ben dirsi in cima alla lista. Del resto, la lingua è “pratica”, diceva Noam Chomsky, “come il mondo in cui viviamo”.

Le parole ambientaliste

Guardiamo allora le parole “ambientaliste”: negli ultimi anni nel nostro lessico sono stati inclusi termini come “transizione ecologica (o verde)”, con riferimento al processo di riconversione di tutte le attività umane in una direzione meno inquinante. “Climatariano”, riferito sia alla sostenibilità della filiera alimentare, sia a chi si impegna a contrastare la crisi climatica mangiando cibi che da quella filiera derivano. “Eco-ansia”, di cui soffre chi vive con l’angoscia che possa succedere una catastrofe ambientale. Il prefisso “eco-“ dà luogo a molti nuovi abbinamenti, anche insoliti: se infatti possiamo aver sentito parlare di “eco-impronta”, forse è passato più in sordina l’”eco-bagnino”, che nel dizionario Treccani online viene dato come novità 2008 per indicare uno speciale guardaspiaggia con il compito di segnalare alle autorità competenti casi di inquinamento marino. “Ecofiction” per un’opera narrativa o filmica che pone al centro i temi ecologici e ambientali insieme a “eco-poesia” ci fanno capire quanto in profondità si infilano i grandi temi di attualità, che la lingua registra come un sismografo.

Le parole pioniere

Chi più dei cronisti risente di queste oscillazioni, per quanto minime? Sono proprio i giornalisti spesso a usare le parole “pioniere”. Quelle che a noi paiono così attuali, da essere nate oggi, e in realtà si sono infilate in tempi non sospetti negli articoli di giornale, seppure sporadicamente, a significare che i tempi non erano ancora maturi. Lo si scopre consultando ONLI, l’“Osservatorio neologico della lingua italiana” del CNR, una banca dati creata grazie alla lettura sistematica di una settantina dei più rappresentativi quotidiani nazionali e locali a partire dal 1998, cui si è unito lo sforzo di rintracciare anche le prime attestazioni delle voci censite, spesso precedenti. Oggi è normale comprare “biologico”, ma per la prima volta se ne è parlato sul Sole 24Ore nel 2000, quando è stato intavolato anche il tema delle “zero emissioni” (La Stampa), mentre di “nucleare pulito” si legge già nel 1990 (La Repubblica). “Sostenibilità ambientale”, calco dell’inglese “environmental sustainability”, è in uso dal 1992 (Il Corriere). La “mobilità sostenibile” compare nel 1994 (La Repubblica) e nel 1998 è indicata anche come “mobilità ecologica” (La Stampa). Di “turismo ecologico” si fantastica fin dal 1985 (La Repubblica), il “turismo sostenibile” arriva nel 2000 (Il Sole 24Ore).

Ecologico o sostenibile? Forse all’inizio sono stati usati come sinonimi, ma considerando che nell’Agenda 2030 dell’ONU l’ecologia è una delle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile, insieme a quella sociale ed economica, possiamo intuire che non è bastata come categoria guida dell’ambientalismo. Non sempre, infatti, ciò che è ecologico è anche sostenibile. E se «chatbot» è un neologismo del 2008 per Treccani, ma per ONLI sul Corriere è attestato fin dal 2004, l’intelligenza artificiale generativa è cosa di oggi. Come lo scriverebbe un eco-racconto ChatGPT? Il risultato è indubbiamente buffo, se avete la pazienza di leggerlo, ma un punto lo coglie: bisogna recuperare un equilibrio di fondo. Equilibrio non è certo un neologismo, ma mai come oggi si è riempito di nuovi e importanti significati.

L'eco-racconto di ChatGpt

“Nella pittoresca cittadina di Verdepicco, circondata da maestose montagne, si era diffusa una strana eco-ansia. Gli abitanti, tutti climatariani che seguivano un regime alimentare strettamente basato su prodotti locali e di stagione, stavano sperimentando una sorta di panico a causa del cambiamento climatico, che aumentava ad ogni nuovo report sull’ambiente. Ma un gruppo di audaci alpinisti locali decise di mettere fine a questa eco-ansia, organizzando un’incredibile impresa: salire fino in cima alla Montagna Sostenibile, un’impervia vetta dove pareva che si nascondessero le soluzioni a tutti i problemi ecologici. Armati di abiti green e zaini carichi di pannelli solari portatili, i climatariani si lanciarono nell’avventura. Lungo il percorso, raccoglievano rifiuti, promuovevano il riciclo e piantavano alberi. Sventolavano persino una bandiera dell’ecologia, che dichiarava: ‘Abbassate le emissioni, alzate la Montagna Sostenibile!’. Dopo settimane di scalate e sfide climatiche, raggiunsero la cima. Ma anziché soluzioni magiche, trovarono un cartello che diceva: ‘L’ecologia è ovunque, ma soprattutto nelle piccole azioni quotidiane’. La risposta stava nel fare la propria parte per preservare l’ambiente. I climatariani si resero conto che la Montagna Sostenibile era solo un simbolo e che l’ecologia iniziava con azioni semplici, ma sostenibili. Così, scesero dalla montagna con un piano per coinvolgere tutta la città in piccole azioni ecologiche. Da quel giorno, Verdepicco diventò una comunità più sostenibile, con meno eco-ansia e più consapevolezza ecologica”.

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