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Boschi canadesi in fiamme: bruciano 46mila ettari di foreste

Sono bastati pochi giorni per mandare in fumo 46mila ettari di foreste canadesi. La coltre di polveri sottili prodotte dagli incendi hanno raggiunto New York rendendo l’aria irrespirabile.

Nei giorni scorsi una coltre di fumo ha avvolto New York, rendendo la sua aria irrespirabile. I grandi incendi divampati in canada, che hanno mandato in fumo una superficie di 46mila chilometri quadrati di foreste, hanno raggiunto la Grande Mela e gran parte del nord-est degli Stati Uniti riportando in voga le mascherine, abbandonate con lo scemare dell’emergenza Covid.
Con il sole oscurato dalla coltre di polveri e ceneri la città si è ritrovata paralizzata. Il sindaco Eric Adams ha lanciato un appello, chiedendo a tutte le persone di rimanere al chiuso. Le scuole hanno sospeso ogni attività all’aperto e sono allo stesso modo sono stati cancellati tutti gli eventi.

Allarme per la qualità dell’aria

Sono circa 100milioni gli americani a rischio per la qualità dell’aria, praticamente tutti gli abitanti nel nord-est degli Stati Uniti. E la situazione, a oggi, è tutt’altro che risolta. La qualità dell’aria è la peggiore dal 1960, la seconda più inquinata al mondo secondo IQAir World Quality Index. Una situazione che, se già si presenta complessa per gli statunitensi, è ancora peggiore per i canadesi. Montreal, Toronto e Ottawa stanno pagando il prezzo più alto per gli incendi che stanno devastando il Paese.

Migliaia di incendi in Canada

Migliaia di incendi sono divampati in Canada nelle ultime settimane, portando alla perdita di circa 46mila ettari di foreste e costringendo oltre 100mila persone ad abbandonare la propria casa. Non è una novità che in questo periodo il Canada sia colpito da incendi anche severi, ma mai di questa entità dicono gli esperti. Una situazione senza precedenti, ha affermato Michael Flannigan, docente della Thompson Rivers University.
Nonostante il grande lavoro compiuto dai vigili del fuoco sono ancora 426 gli incendi ancora attivi nel Paese, in calo rispetto ai 441 della settimana scorsa. Circa 200 di questi sono ancora considerati fuori controllo. Una situazione veramente critica che ha visto bruciare 46mila chilometri quadrati di foreste, posizionando di diritto l’estate 2023 al secondo posto tra le annate peggiori degli ultimi 30 anni, secondo il Canadian Interagency Forest Fire Centre (CIFFC). Basti pensare che nel 1994 erano bruciati 71mila chilometri quadrati, ma in tutta la stagione.

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Gli incendi continuano

Gli incendi continueranno anche nei prossimi mesi, e saranno molto estesi. Ha spiegato il CIFFC, evidenziando come il picco si registri nei mesi più caldi: luglio e agosto. Il problema degli incendi è quindi solo all’inizio, nonostante il fenomeno interessi ormai quasi tutta la nazione da est a ovest. A favorirli le anomalie meteorologiche sempre più accentuate dallo stato di crisi climatica.
Quest’anno il Canada è stato influenzato da alte temperature che hanno portato a una prematura fusione della neve, lasciando la vegetazione senza acqua in modo prematuro. Risultato: l’assenza di acqua ha fatto seccare le piante facilitando la diffusione degli incendi. Insomma, ecco una nuova avvisaglia di un clima in cambiamento, con fenomeni estremi sempre più frequenti e comuni. L’ennesima dimostrazione che è importante agire, non solo per tutelare i boschi canadesi e la qualità dell’aria ma anche per il futuro della nostra sopravvivenza sul Pianeta.

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