Crediti immagine: archivio Benjamin Védrines

Benjamin Védrines da record completa l’Integrale di Peutérey in 6h51’

Meno di 7 ore, è questo il tempo impiegato dallo scalatore francese Benjamin Védrines per completare la salita dell’Integrale di Peutérey nel massiccio del Monte Bianco. Una cavalcata solitaria sulle orme di Ueli Steck.

6 ore a 51 minuti per completare una straordinaria cavalcata in cresta inseguendo la linea dell’Integrale di Peutérey, una delle più affascinanti ed emblematiche vie del Monte Bianco.
È questo lo straordinario risultato portato a casa dall’alpinista francese Benjamin Védrines lo scorso 10 luglio. Da poco rientrato da una sfortunata spedizione al Nanga Parbat, che ha visto lo scalatore tentare, insieme a David Goettler, la prima salita in stile alpino della parete Rupal, la più alta al mondo con i suoi oltre 4000 metri di sviluppo verticale. I due hanno passato oltre 30 giorni nel tentativo di raggiungere la vetta, ma alla fine sono stati costretti alla rinuncia a circa 7500 metri.
Védrines non ha però perso tempo e, una volta rientrato a casa, ha subito fatto fruttare il suo buon acclimatamento per dedicarsi all’Integrale di Peutérey.

Una corsa a fil di cielo

Il cronometro è partito alle 4.02, dopo non c’è più stato spazio per il riposo o per i ripensamenti. In poco più di un’ora Benjamin Védrines ha raggiunto l’attacco della cresta sud dell’Aiguille Noire de Peuterey. Da qui via di cima in cima: la Noire, Les Dames Anglaises, l’Isolée, la Pointe Gugliermina, l’Aiguille Blanche di Peuterey, il Grand Pilier d’Angle. E, infine, la vetta del Monte Bianco dove Védrines ha stoppato il suo cronometro. “Sapevo che il minimo errore sarebbe stato fatale” ha spiegato l’alpinista sul suo profilo Instagram. “Grazie alla maturità acquisita, ho la sensazione di aver compiuto questa salita con cura e attenzione. Il mio primo obiettivo era il puro piacere del momento. Il mio secondo obiettivo era tornare a casa! Obiettivi raggiunti!” Un pizzico di ironia per raccontare una passione bruciante, per descrivere l’intensità di quegli attimi alla ricerca del piacere. “Io e la montagna eravamo silenziosamente connessi”. Nella sua sfida l’alpinista francese si è fatto ispirare da Ueli Steck. “Mi sono basato sul suo tempo, ma sulla salita non so bene quanto abbia impiegato”. I tempi non sono mai stati pubblicati. “Mi hanno detto che per la salita avrebbe impiegato 10 ore e 30 minuti, ma dovrei controllare”. Si tratterebbe di un tempo molto simile a quello impiegato nel 1983 da Jean-Marc Boivin, il primo ad affrontare in velocità l’Integrale. Védrines ha quindi segnato un miglioramento di oltre 3 ore rispetto al precedente record, frantumandolo letteralmente.
Arrivato in cima lo scalatore ha stoppato il cronometro per poi riprendere la discesa con calma, prima a piedi e poi in funivia.

Crediti immagine: archivio Benjamin Védrines

L’Integrale di Peutérey

Una storia lunga quarant’anni, quella della Cresta Integrale di Peutérey. Una linea che ha attratto alcuni dei migliori scalatori di sempre, alla ricerca della velocità, del record, della sfida con sé stessi. Non una sfida contro la natura, ma la ricerca di un’evoluzione per il proprio alpinismo. Così nel 1983 Jean-Marc Boivin si mise in testa l’idea di una salita in velocità e, una volta partito, completò la salita in sole 10 ore e 45 minuti. Un risultato straordinario per il tempo!
Ma quello non era ancora il tempo dei record ed erano pochi gli alpinisti che osavano salite in velocità. Per vedere qualcuno andare alla ricerca delle tracce lasciate da Boivin avremmo dovuto attendere gli anni 2000. Nel 2013 la swiss machine, Ueli Steck, decise di affrontare la traversata partendo dalla Val Veny e terminando il suo viaggio a Les Houches. Da un versante all’altro, passando per la cima del Monte Bianco, il tutto in 15 ore e 30 minuti. Qualche anno dopo decisero di cimentarsi nella sfida François Cazzanelli e Andreas Steindl. I due compirono la salita in 12 ore e 12 minuti per poi lanciarsi in discesa fermando il cronometro a 15 ore e 55 minuti totali. Ad abbassare ulteriormente il tempo ci pensò nel 2020 l’alpinista Filip Babicz, in solitaria per 17 ore seguendo l’Integralissima di Peutérey, che aggiunge all’Integrale la cima del Mont Rouge. L’itinerario più completo che si possa immaginare.

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