- Gennaio 22, 2024
- 8:52 am
Animali del colore sbagliato: cambiamenti climatici e mimetismo
Molti animali sfruttano il mimetismo per passare inosservati ai predatori o cacciare con maggiore successo. Cosa succede, però, se l’ambiente cambia e il colore diventa quello sbagliato?
Lepre variabile, pernice bianca ed ermellino hanno un aspetto in comune: tutti e tre cambiano colore con le stagioni. La prima in estate è di color bruno scuro, mentre in inverno diventa completamente bianca – solo la punta delle orecchie è nera. Le zampe sono rivestite da un fitto strato di pelliccia, caratteristica che le rende altamente adatte a muoversi sulla neve. Questo tratto “a ciaspola” è comune anche alla pernice, scientificamente nota come Lagopus muta – “Lagopus” significa “piede di lepre” in greco. Durante l’inverno, uno spesso piumaggio copre interamente le zampe di questi uccelli, lasciando scoperti solo gli artigli, fornendo un ottimo isolamento termico e impedendo loro di affondare nella neve. Le pernici sono in muta quasi continua tutto l’anno, per avere le sfumature il più simili possibile al mutevole ambiente montano. In estate i maschi hanno la parte superiore del corpo picchiettata di marrone-nero e il resto generalmente chiaro, mentre le femmine hanno un piumaggio più articolato e tendente al rosso. In autunno diventano entrambi grigi, per poi virare al bianco in inverno – con penne dall’elevato potere isolante. Nell’ermellino la colorazione passa dal bruno nella parte superiore del corpo con ventre color crema a un manto completamente bianco, fatta eccezione per la punta nera della coda.
Mimetismo e crisi climatica
Questi cambiamenti non sono legati alla temperatura (cosa accadrebbe se ci fosse qualche giornata di caldo a dicembre e qualche giornata di freddo a maggio?), ma al fotoperiodo, ovvero alla lunghezza del giorno rispetto alla notte, che viene utilizzata da moltissime piante e animali per capire in che stagione si trovano e, quindi, adattarsi alle condizioni ambientali. Cosa succede, però, se “non ci sono più le mezze stagioni”, il clima cambia e la neve latita? Questi animali si ritrovano con una livrea bianca che spicca vivacemente sul colore dell’erba verde o secca. Addio mimetismo.
In più, le pernici – come i galli forcelli – utilizzano buchi scavati nella neve come ulteriore difesa dai predatori e dal freddo, strategia che necessita di grosse quantità di neve al suolo. Questi galliformi sono caratterizzati da esigenze ecologiche ben precise e possono essere considerati indicatori dello stato di salute degli ecosistemi in cui vivono. Per questo vengono definiti “specie ombrello”, ovvero specie per cui le azioni di conservazione e di protezione dei loro habitat possono giovare ad altre che vivono nello stesso tipo di ambiente. Per la lepre variabile cresce la competizione con la lepre europea, che con l’aumento della temperatura si espande sempre più in alto. Uno studio dell’ISPRA e dell’Università di Torino, in collaborazione con il Parco Nazionale del Gran Paradiso, ha esaminato i cambiamenti nella presenza e nella distribuzione di entrambe le specie in una valle alpina, confrontando i dati del 2009 e del 2021, quantificando per la prima volta quelli che potrebbero essere gli impatti di oltre un decennio di cambiamenti climatici sulle due specie di lepri. Analizzando i dati raccolti nelle stesse località a distanza di 12 anni lo studio ha dimostrato come la lepre variabile fosse più comune nel 2009, mentre ora è limitata a una fascia molto ristretta e di alta quota. Per quanto riguarda l’ermellino, il Parco Nazionale del Gran Paradiso scrive sul suo sito: “Questa specie è monitorata attivamente dal Parco come sentinella degli effetti del cambiamento climatico. Infatti la non corrispondenza tra la stagione delle neve e la muta potrebbe esporre l’animale a una maggiore visibilità rendendo più difficile la ricerca di cibo e la fuga dai predatori.”