2 orsi trovati morti in Val di Non. Per l’ENPA è avvelenamento

Lo scorso 11 ottobre sono state recuperate le carcasse di 2 orsi in Val di Non. Non è la prima volta che accade, affermano le associazioni ambientaliste. Per l’ENPA si tratta di avvelenamento.

Orso bruno. Foto Pixabay
Orso bruno. Foto Pixabay

Lo scorso 11 ottobre in Val di Non sono stati ritrovati i corpi di due orsi privi di vita. La prima ipotesi, avanzata dall’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali), è stata quella di uccisione. Non avendo sul corpo segni chiari di uccisione, per conoscere le cause della morte è necessario eseguire gli esami autoptici sulle carcasse. Per questa ragione l’ENPA ha depositato, nella giornata del 16 ottobre, una denuncia per la morte degli animali.

La posizione dell’ENPA

L’ipotesi dell’associazione è che si tratti di avvelenamento, ragione per cui è stato chiesto alla procura trentina di disporre il sequestro probatorio sulle carcasse dei due animali, così da poter effettuare le analisi del caso. “Da inizio anno sono morti ben 7 orsi, circa uno al mese” spiegano attraverso una nota. “Una evidente anomalia che non ha precedenti e che è troppo significativa per pensare ad una semplice casualità. Quella dolosa, a nostro avviso, è più di una semplice possibilità: è quasi una certezza. In particolare c’è il forte timore che gli animali siano stati avvelenati, tanto più che molte sostanze letali possono sfuggire ad esami superficiali. Ad avvalorare l’ipotesi dell’avvelenamento c’è anche il clima sociale e politico reso incandescente dalla guerra permanente che alcuni amministratori locali hanno scatenato per motivi elettorali contro orsi e lupi”.

Un far west per gli animali selvatici

Non è solo l’ENPA a esprimere preoccupazione per quanto sta accadendo nella provincia di Trento. Massimo Vitturi, responsabile della LAV per gli animali selvatici spiega infatti come la notizia “del rinvenimento di altri due corpi di orsi senza vita conferma quanto la provincia in questione sia un vero far west per i selvatici: ogni giorno dobbiamo contare le vittime degli ammazzaselvatici. Una vera strage a cui reagiamo con ogni mezzo legale a nostra disposizione”.

“Non crediamo più alle coincidenze” afferma Stefano Fuccelli, presidente del Partito Animalista Europeo. “Non crediamo all’ennesima morte accidentale, non crediamo più alle relazioni tecniche del servizio forestale. Non crediamo più ad un governo locale che ha dichiarato guerra agli animali selvatici ed alle specie protette”.

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