La Valsesia contro Paolo Cognetti, “Il suo libro umilia la valle”

È bufera attorno al nuovo libro di Paolo Cognetti che, in seguito ad alcune sue dubbie dichiarazioni, è stato attaccato dall’Unione Montana.

L’Unione Montana Valsesia si è scagliata contro lo scrittore Paolo Cognetti. Pomo della discordia, la sua ultima opera, Giù nella valle. Il premio Strega, ospite a Radio Deejay, ha descritto con queste parole il luogo e i suoi abitanti: “Mi piaceva l’idea della Valsesia perché [lì] piove sempre tanto da essere soprannominata ‘il pisciatoio d’Italia’. È una valle più sporca, più rovinata, industrializzata quasi una periferia urbana, dove Milano e Vercelli allungano i loro tentacoli. Ci sono il bowling, i cementifici, le cave e quindi il protagonista, il forestale, si aggira per la valle cercando di risolvere il suo piccolo caso cioè una scia di cani morti”. Dichiarazioni che hanno mandato su tutte le furie il presidente dell’Unione Montana, Francesco Pietrasanta.

La risposta dell’Unione Montana

Secondo Pietrasanta, Cognetti mostra una scarsa conoscenza della Valsesia, utilizzandola senza rispetto per la sua storia e la sua gente. All’autore, tra le altre, è stata attribuita questa frase relativa alla valle: “la pioggia sembra non fermarsi mai e gli uomini lavorano duro, fumano come se non ci fosse un domani e prima di tornare a casa passano dall’osteria a ubriacarsi. Le donne li attendono con pazienza, mandano avanti la casa, sopportano le brutalità e gli eccessi dei mariti”.

“Fa male, e fa molto arrabbiare, leggere e parole così sprezzanti ribadite anche in interviste che l’autore rilascia con tono leggero e sorridente, infierendo senza farsi scrupoli contro un territorio che storicamente si distingue per la fierezza e l’operosità della sua gente e per la bellezza della sua natura incontaminata”, ha commentato Pietrasanta. “Cognetti vuole promuovere il suo libro ma non può e non deve farlo distruggendo l’immagine della Valsesia: il suo lavoro è inventare storie, ma non può farlo a danno dei luoghi che cita e delle persone che li popolano”. La controversia si è allargata quando l’UNCEM (Unione Comuni ed Enti Montani) si è unita alle critiche, definendo le parole di Cognetti “incredibili” e un “grave errore”. Marco Bussone e Roberto Colombero, presidenti nazionale e piemontese dell’UNCEM, hanno condannano duramente l’atteggiamento dell’autore, tra gli altri, del bestseller Otto montagne.

La risposta del web

Il fuoco della polemica, divampato poi in rete, è stato alimentato in parte anche da un equivoco: alcune dichiarazioni attribuite a Cognetti riguardano, in realtà, una recensione di Stefano Ardito, non il contenuto effettivo del libro. Ardito ha replicato così alle accuse dalle colonne del suo blog: “La frase presente su ‘La Stampa’ e l’ANSA non è tratta dal libro di Cognetti, ma dalla mia recensione uscita qui il 30 di ottobre. Forse, prima di indignarsi, sarebbe bene leggere il libro, che non è un’inchiesta giornalistica né un saggio, ma un romanzo, ambientato qualche decennio fa in una valle prealpina. L’autore avrebbe potuto ambientarla nel Cuneese, in Friuli, ai piedi delle Dolomiti o in Lombardia. Invece ha utilizzato la Valsesia, che, come scrive in una risposta all’Unione Montana e all’UNCEM, ‘frequenta da quando era bambino’. Da che mondo è mondo, le fiction vengono ambientate dappertutto, senza che nessuno se la prenda”.

Cognetti, dal canto suo, ha risposto alle accuse sottolineando che il suo intento è far conoscere la Valsesia attraverso la sua opera e spera che il libro possa portare un afflusso turistico positivo alla regione, citando esempi di fiction televisive che hanno avuto effetti positivi sul turismo di alcune località.

Nel frattempo, dalle pagine de La Stampa Pietrasanta ha invitato Cognetti a visitare la valle (“Ci faccia uno squillo, e poi venga a trovarci”). Chissà se l’autore accetterà.

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