Come si consulta il bollettino valanghe?

Che sia lo scialpinismo, un’escursione a piedi o con le ciaspole in inverno è fondamentale consultare il bollettino valanghe. Ma è sufficiente guardare il grado di pericolo? Scopriamolo insieme.

Facciamo un passo indietro: se si frequenta la montagna in inverno bisogna consultare il bollettino valanghe prima di pianificare la propria attività, che sia lo scialpinismo, un’escursione a piedi o con le ciaspole. È sufficiente guardare il grado di pericolo? Questi numeri vanno prima di tutto capiti, poi sarebbe consigliabile leggere anche le altre indicazioni riportate, in modo da saper meglio a cosa prestare attenzione e come costruire l’itinerario. Sono chiaramente da preferire le località con il livello di rischio più basso, ma è molto importante anche il tipo di problema valanghivo: se c’è buona visibilità le criticità della neve ventata possono essere aggirate, mentre potrebbe essere più difficile doversi confrontare con un problema diffuso di neve vecchia.

Dove si trova il bollettino

Aprendo la sezione “Bollettini” del sito aineva.it si trova una mappa dei territori coperti dal servizio AINEVA, colorati in base ai diversi gradi di pericolo: qui si può zoomare e selezionare l’area che ci interessa. A quel punto compariranno le icone relative al grado di pericolo suddiviso per fascia altimetrica e il problema valanghivo prevalente, individuato in base alle criticità del manto nevoso. Nella sezione blog le organizzazioni regionali o provinciali analizzano condizioni particolari del manto nevoso, scenari di pericolo specifici o analisi di eventi valanghivi e incidenti. I bollettini vengono aggiornati alle ore 17 per il giorno successivo: per alcune regioni e province è possibile riceverle direttamente sul canale Telegram.

I gradi di pericolo

“Dice grado 3, quindi una cosa intermedia, niente di troppo serio!”: sbagliato. La scala dei gradi di pericolo non è lineare, ma esponenziale: quello di considerare il grado 3 non troppo serio è un errore molto comune, tanto che è il caso in cui si verifica circa il 50% degli incidenti mortali. All’attribuzione del grado di pericolo concorrono tre aspetti: la distribuzione dei punti di pericolo (estensione), la stabilità del manto nevoso (probabilità di distacco) e la dimensione della valanga che potrebbe verificarsi. Diverse combinazioni di questi tre elementi (matrice EAWS) possono tradursi nello stesso livello dal punto di vista numerico, pur avendo conseguenze pratiche molto diverse. Questo spiega perché i dettagli sui punti critici, le problematiche legate alle valanghe e le condizioni del manto nevoso sono più significativi rispetto al semplice grado di pericolo, che, di per sé, rappresenta solo un valore astratto. Va ricordato, inoltre, che il numero si riferisce sempre a una regione con un’area maggiore di 100 km² e non a un singolo pendio.

La piramide dell’informazione

È il caso di dirlo: nel bollettino valanghe si nasconde un mondo. Prima vengono descritte le informazioni più importanti, ovvero il grado di pericolo, poi quelle sui punti critici (esposizioni, altitudini, conformazioni del terreno più esposte al rischio di valanghe in un dato giorno), i problemi valanghivi, la descrizione del pericolo e le informazioni sul manto nevoso e sulle condizioni meteo. Infine è anche possibile accedere ai dati rilevati dalle stazioni meteo.

I problemi valanghivi

Neve fresca, neve ventata, strati deboli persistenti (neve vecchia), neve bagnata, valanghe di slittamento: ecco i cinque possibili problemi con cui possiamo confrontarci. Quello della neve nuova ha come semplice soluzione l’attesa di qualche giorno, gli accumuli formati dal vento possono essere aggirati, per ovviare ai rischi della neve bagnata è importante concludere presto la propria gita, se durante la notte è stato freddo e sereno, mentre se è stato caldo e nuvoloso potremmo incontrare condizioni complicate già dal mattino.

I due problemi di maggiore estensione temporale e di più difficile valutazione sono le valanghe di slittamento e gli strati deboli persistenti: possono durare da giorni a mesi, o interessare addirittura l’intera stagione. Per quanto riguarda il primo caso, i distacchi possono avvenire a qualsiasi ora del giorno, in primavera si verificano spesso durante la seconda parte della giornata. La presenza di bocche di balena (crepe di slittamento) può essere un indizio, ma non indica necessariamente l’imminenza di una valanga e quest’ultima si può verificare anche in assenza di crepe. La neve vecchia è difficile da riconoscere: la situazione può essere diffusa o molto circoscritta, può essere presente a tutte le esposizioni, ma si trova più di frequente lungo i versanti in ombra e riparati dal vento. I test di stabilità possono essere d’aiuto per individuare eventuali strati deboli, è necessario conoscere l’evoluzione del manto nevoso ed è importante fare riferimento a quanto pubblicato nel bollettino neve e valanghe. Tutti questi aspetti, in ogni caso, possono essere approfonditi sul sito di AINEVA.

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