- Febbraio 9, 2024
- 11:57 am
Ucciso l’orso M90, considerato pericoloso per l’essere umano
L’autorizzazione all’abbattimento dell’orso M90 è arrivata pochi giorni prima del 6 febbraio, data dell’esecuzione, da parte del presidente della Provincia autonoma Maurizio Fugatti. Divisive le reazioni dell’opinione pubblica e della politica.
La telenovela dell’orso M90, da qualche mese al centro delle polemiche in Trentino, è giunta al suo tragico epilogo: l’orso, ritenuto pericoloso per la salute pubblica, è stato abbattuto il 6 febbraio, poco tempo dopo l’autorizzazione a procedere in questo senso da parte del presidente della Provincia autonoma, Maurizio Fugatti.
La reazione degli esperti
Una mossa che ha suscitato reazioni miste da parte della comunità e degli esperti di conservazione. Il Trentino è infatti una delle regioni più pittoresche e naturalisticamente ricche d’Italia, e questo caso ha sollevato questioni complesse relative alla coabitazione tra umani e grandi carnivori nelle aree montane, evidenziando il delicato equilibrio tra la sicurezza pubblica e gli sforzi di conservazione.
Il comportamento di M90
Il comportamento dell’orso M90 ha suscitato preoccupazione ulteriore rispetto agli eventi passati quando domenica scorsa ha inseguito per circa 800 metri una coppia di fidanzati trentenni lungo una strada forestale sopra Ortisé, nel comune di Mezzana, in Val di Sole. Un episodio che ha probabilmente influenzato la decisione finale sull’abbattimento dell’animale.
La squadra del Corpo forestale trentino, incaricata di eseguire l’operazione, ha localizzato l’orso in una zona montagnosa della Bassa Val di Sole. L’identificazione dell’animale è stata possibile grazie al radiocollare e alle marche auricolari che indossava, strumenti utilizzati nei programmi di monitoraggio della fauna selvatica per raccogliere dati preziosi sul comportamento e sulla distribuzione degli animali.
La reazione delle istituzioni
Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha commentato l’accaduto sottolineando che “la soppressione non può essere l’unica soluzione” per gestire situazioni in cui gli animali selvatici vengono considerati una minaccia per le persone. Commento che si inserisce nel più ampio dibattito sulla necessità di trovare metodi alternativi e più sostenibili per gestire gli incontri tra umani e animali selvatici, in particolare in aree dove la presenza di grandi carnivori è cruciale per il mantenimento della biodiversità.
La reazione dei locali
A intervenire sul tema anche gli albergatori della regione. “Negli ultimi anni anche le strutture ricettive si sono trovate a confrontarsi con il tema del rapporto con gli animali. Non dimentichiamo le vicende di alcuni turisti seguiti dall’orso. Per una convivenza tra orso e uomo è imprescindibile la rimozione degli orsi pericolosi, si deve garantire la sicurezza di chi frequenta i boschi, di chi vive nelle valli e chi ci lavora, e di chi ci vive per brevi periodi come i turisti. Servono soluzioni in questo senso”, ha dichiarato Giovanni Battaiola, presidente dell’Associazione degli albergatori del Trentino, intervenendo in terza commissione consiliare dove sono in corso le audizioni sul cosiddetto ‘ddl ammazza orsi’ che prevede l’abbattimento di un massimo di 8 plantigradi l’anno per un triennio. “Vanno usati gli strumenti di dissuasione del Pacobace nei confronti degli esemplari confidenti: c’è dunque parere favorevole alla proposta normativa”, ha aggiunto Battaiola. “Da parte dei turisti l’attenzione è alta sul tema, chiedono sicurezza e come si intende gestire questa situazione”.
Le critiche della Brambilla
La decisione di abbattere l’orso M90 è stata commentata anche da figure pubbliche attive per la difesa degli animali, come Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali e la Tutela dell’Ambiente, che ha definito l’accaduto una “vergogna” e un “atto di miopia, di arroganza e di crudeltà senza precedenti”. Brambilla ha criticato aspramente la decisione di Fugatti per non aver lasciato spazio al dibattito pubblico e alla possibilità di impugnare il provvedimento, annunciando l’intenzione di procedere legalmente contro di lui.