Luca Schiera: “Siamo soddisfatti, ora basta Hielo Norte”

A inizio dicembre i Ragni di Lecco Luca Schiera e Paolo Marazzi hanno raggiunto la vetta inviolata del Cerro Nora Oeste durante la loro quarta spedizione sul Campo de Hielo Norte. Rientrato in Italia Luca Schiera ci racconta l’esperienza vissuta.

“Non credo che torneremo sul Campo de Hielo Norte” ci racconta Luca Schiera. “Molte delle giornate più difficili della mia vita le ho vissute qui”. Lo dice con ironia il Ragno di Lecco che nei primi giorni di dicembre, insieme a Paolo Marazzi, ha raggiunto la vetta inviolata del Cerro Nora Oeste. Per i due questa salita, supportata dal Club Alpino Italiano, ha rappresentato la chiusura di un capitolo che negli ultimi anni li ha visti tornare più volte con l’ambizione di vivere un’esperienza esplorativa sul secondo ghiacciaio più esteso al mondo (escludendo le calotte polari). Di certo non sono rimasti delusi dalla loro esperienza ma lasciamo alle parole di Schiera, da poco rientrato in Italia, raccontare quanto vissuto durante la spedizione.

Quarto anno sullo Hielo Norte per te e Paolo Marazzi, corretto Luca?

Esatto. La prima volta è stata nel 2019, un anno in cui tutto è andato alla perfezione. Siamo stati sul ghiacciaio per un paio di settimane, e siamo riusciti nella salita che avevamo in mente. Un anno dopo invece tutto è andato storto, esperienza sfortunata. Nel 2022 siamo poi ritornati vivendo un’esperienza ai limiti. Avevamo in mente una traversata con gli sci, ma ci siamo trovati davanti a delle condizioni critiche a causa di abbondanti nevicate che hanno reso l’ambiente già severo ancora più complicato. Così ci siamo trovati a dover cambiare obiettivi.

Quest’anno invece?

Quest’anno avevamo in mente di approcciare una parete che già avevamo adocchiato durante la spedizione del 2020, anche se da molto lontano. Un muro enorme di roccia e ghiaccio.

A discapito delle dimensioni, siete stati velocissimi…

La spedizione è durata circa 20 giorni. È durata poco, ma anche questa volta non sono mancati imprevisti.

In che senso?

Fin da subito ci siamo trovati a dover cambiare i piani. Siamo partiti con l’idea di accedere al ghiacciaio di Hielo Norte attraversando il lago Colonia, a sud. Avremmo quindi dovuto fare una traversata in barca e poi un tratto a piedi, fino al ghiacciaio. Ma già qui, quando siamo arrivati, il nostro passaggio non era disponibile. Ed è stato un problema, perché questi laghi non possono essere aggirati a piedi.

Come avete fatto?

Abbiamo optato per risalire il rio Neff e l’omonima valle attraverso una foresta fittissima. Tanto fitta che durante l’avvicinamento, per facilitarci la vita, abbiamo deciso di lasciare parte del materiale e proseguire leggeri per un’incursione esplorativa. Abbiamo così continuato con una settimana di cibo e tutta l’attrezzatura per scalare sia su roccia che su ghiaccio, non conoscendo le condizioni.

L’idea era quella di andare a vedere la parete, capire cosa si poteva fare e poi ritornare a prendere l’attrezzatura utile.

Invece?

Una volta arrivati ai piedi del Cerro Nora Oeste ci siamo resi conto che tornare indietro e poi ritornare per scalare avrebbe richiesto una marea di tempo. Così abbiamo deciso di salire questa linea che abbiamo individuato come fattibile.

Fin da subito avete raccontato che le condizioni della montagna erano severe, giusto?

Si, condizioni invernali. Noi abbiamo deciso di salire lungo la parete ovest, impiegando praticamente una giornata intera. Tecnicamente non parliamo di una via particolarmente difficile e, se la si trova pulita, si può sicuramente salire in velocità senza grandi problemi. Nelle condizioni in cui l’abbiamo trovata noi, sicuramente la storia è stata diversa.

Questo è stato il vostro quarto anno sullo Hielo Norte, ce ne sarà anche un quinto?

Le altre volte c’era tanta voglia di tornare. Durante ogni spedizione vedevamo così tante montagne, che durante la strada del ritorno si trasformavano in sogni da scalare. Questa volta direi che ci siamo sentiti soddisfatti per quanto realizzato. Nel corso degli ultimi anni abbiamo girato il ghiacciaio in lungo e in largo, ora è tempo di cambiare qualcosa, di guardare a progetti nuovi.

Non ce li racconterai mai, ma c’è già qualcosa che bolle in pentola?

Ci sono tantissimi progetti, più di quanti il tempo ci permetta di realizzare.

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