- Gennaio 9, 2024
- 12:00 pm
Fitz Roy, Laura Tiefenthaler e Thomas Bukowski ripetono “El Corazon”
L’austriaca Laura Tiefenthaler e lo statunitense Thomas Bukowski hanno ripetuto, in tre giorni, la via “El Corazon” sul pilastro est del Fitz Roy. La via, aperta nel 1992, conta pochissima ripetizioni.
Il periodo a cavallo tra il 2023 e il 2024 è stato particolarmente tranquillo in Patagonia. Poche le cordate che si stanno muovendo sulle verticalità più famose al mondo, anche se arrivano notizie di qualche bella ripetizione, come quella realizzata dall’austriaca Laura Tiefenthaler insieme allo statunitense Thomas Bukowski. I due sono riusciti, tra il 29 dicembre e il primo gennaio, nella salita della via El Corazon (1250 m, 45°, 6c, A3) sul Fitz Roy. Aperta il 20 febbraio 1992 da Kaspar Ochsner e Michal Pitelka segue il pilastro est della montagna e conta pochissime ripetizioni.
La salita
I due scalatori hanno raggiunto El Chalten verso la metà di dicembre 2023 e si sono prima concentrati sulla via Exocet all’Aguja Standardt (salita insieme a Rolando Garibotti). Dopo hanno puntato la loro attenzione alla est del Fitz Roy, già con l’idea di salire El Corazon. Via che prende il nome dalla struttura a forma di cuore che si può osservare in cima alla parete. Punto che, tra l’altro, conserva anche le maggiori difficoltà della via. “Abbiamo deciso di provarci senza molte speranza di riuscire a raggiungere la cima” ha spiegato Laura Tiefenthaler sui suoi canali social.
I due hanno raggiunto il Passo Superior la sera del 29 dicembre, dove si sono fermati a riposare. Trascorsa la notte sono poi ripartiti con le prime luci dell’alba e alle 8 del mattino erano pronti ad attaccare la parete. Qui una lunga ricerca del punto di partenza della via, che li impegnati quasi fino alle 13. “Potevamo vedere la fessura a cui puntavamo, ma non riuscivamo a capire come fare per raggiungerla” hanno spiegato. “Si trattava di una salita in stile Yosemite” su cui la scalatrice ha dovuto prendere confidenza, prima di iniziare a muoversi agilmente. Poi, “le cose hanno iniziato a scorrere e sono stata felice e anche un po’ orgogliosa di arrivare in cima al tiro 12 entro le 20.00”. Qui il comando della cordata è poi passato a Thomas Bukowski. “Le condizioni erano buone, nella parte basse le fessure erano in parte bagnate ma mai ghiacciate. Il the Aquarian Roof non si è smentito: ho fatto una doccia fredda mentre lo salivo, congelando ad ogni sosta”. La loro lunga giornata si è poi conclusa verso la mezzanotte e mezza del 31 dicembre, quando finalmente si fono fermati per bivaccare su una piccola cengia.
Alle 7 dell’ultimo dell’anno i due erano nuovamente in marcia, pronti per la giornata più lunga. Verso le 15.30 si sono ritrovanti davanti alla struttura a forma di cuore. “Siamo riusciti a superarla bene grazie alla beta perfetta, ricevuta da Colin Haley”. Quindi hanno proseguito e alle 21 già erano oltre il pilastro Goretta, a circa 300 metri dalla vetta. Una breve pausa, poi ancora su fino alla cresta nord del Fitz Roy, dove vengono investiti da forti raffiche di vento e incontrano tratti con visibilità di soli 15 metri. Alle 3.45, finalmente, la vetta. In cima passano pochi minuti, prima di riprendere la discesa. Qualche ora prima erano infatti stati avvisati da Rolando Garibotti di un peggioramento metro in arrivo, con aumento dei venti. “Eravamo spaventati dalle condizioni, ma siamo riusciti a mantenere la calma” spiegano. Quindi, con molta attenzione e consapevoli che la vetta si festeggia solo quando si è tornati al campo base, hanno iniziato la discesa arrivando al Passo Superior intorno alle 19 dove non hanno trovato che i resti della loro tenda, spazzata via dal vento. Niente riposo, la marcia è continuata fino a El Chalten, che hanno raggiunto alle 2 della mattina del 2 gennaio. Stanchi, spossati, ma felici.