“Brillant Blue”, la nuova via di Black, Musiyenko e Wyatt sul White Sapphire, in India

Gli alpinisti americani Christian Black, Vitaliy Musiyenko e Hayden Wyatt sono riusciti nell’apertura di una nuova via sul White Sapphire Peak, Seimila indiano.

Tra il 5 e il 6 ottobre scorsi, una spedizione americana formata da Christian Black, Vitaliy Musiyenko e Hayden Wyatt è riuscita nella salita di una nuova via sul White Sapphire Peak (6040 m), situato nella remota Kishtwar Valley, in India.

La via, chiamata “Brillant Blue”, ha uno sviluppo di 850 metri, raggiungendo una pendenza dell’ottanta percento. Classificata AI3 e M7+, è stata salita interamente in libera.

Condizioni estreme

Una spedizione tutt’altro che facile, quella vissuta dai tre americani. Prima che riuscissero a mettere a segno la salita hanno infatti dovuto affrontare condizioni climatiche complesse. Come raccontato da Vitaliy Musiyenko “durante l’avvicinamento il White Sapphire Peak sembrava immacolato come un anello di diamanti, ma poi è arrivato l’inverno e la parete che speravamo di scalare si è trasformata nella gemella ghiacciata del Cerro Torre.

Brillant Blue

Partiti dal campo alto, a quota 4815 metri, il 5 ottobre “abbiamo risalito un importante couloir di ghiaccio a sinistra del contrafforte centrale fino a una cengia a 5790 metri” racconta Musiyenko. “Un pilastro di ghiaccio ‘decisamente verticalmente’ (WI4ish) ci ha costretti a delle acrobazie mentre affogavamo nello spindrift per superare il crepaccio terminale. Da lì è iniziata una maratona di arrampicata di 700 metri su difficoltà fino a AI3 M4+, con soste intermedie utilizzando una micro-trazione su ogni lunghezza di corda”. Ancora due tiri, di M5 ed M6, fino al luogo del bivacco, “dove ci siamo resi conto di avere ancora le dita dei piedi!”.

La mattina del 6 ottobre alle prime luci del sole hanno ripreso la salita, affrontando due tiri consecutivi di M7+, a oltre 5790 metri di quota. Così fino al tramonto, sempre scalando su difficoltà estreme, fino a raggiungere la cresta e poi la cima. Qui hanno trascorso giusto il tempo di un messaggio a familiari ed amici, poi hanno iniziato al discesa. “Dopo quattro calate di 50-60 metri, eravamo di nuovo al bivacco, a festeggiare massaggiandoci i piedi e sciogliendo neve”. Al mattino dopo “invece del sole, ci ha svegliati una bufera di neve, fortunatamente di breve durata. Siamo scesi in corda doppia dalla via di salita senza incidenti. Sebbene il contrafforte sopra il colle sembrasse molto ripido, e all’inizio avrei voluto il compressore di Maestri, alla fine non abbiamo piazzato nessuno spit. Sono estremamente soddisfatto di come è andata e del modo in cui ci siamo sostenuti a vicenda quando abbiamo avuto i nostri momenti di crisi.” In totale i tre hanno trascorso 26 giorni in spedizione, segnando tra l’altro la terza via sulla sulla montagna, dopo la prima salita avvenuta nel 2012 da parte degli svizzeri Denis Burdet e Stefan Siegrist lungo la parete ovest; e dopo la salita del 2016 da parte di una spedizione lungo la cresta sud.

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