Addio a Dino Piazza, un pioniere tra i Ragni

Se n’è andato all’età di 91 anni Dino Piazza, al secolo Aldo. Classe 1932 è stato uno dei pionieri del gruppo dei Ragni di Lecco, apritore e ripetitore di vie di estrema difficoltà.

È morto il Ragno di Lecco Dino Piazza. Classe 1932 ha realizzato alcune delle salite che hanno contribuito a rendere celebre il gruppo di elitari alpinisti dal maglione rosso. “Un pilastro del passato e del presente” scrivono i compagni dei Ragni sui loro canali social, per salutarlo.

Al secolo Aldo era nato a Rancio di Lecco nel 1932. Aveva 91 anni e dal 1955 faceva parte dei Ragni della Grignetta. Dal 1964 al 1970 ne era anche stato il presidente. Guida Alpina, maglione rosso e imprenditore, è stato tra i maggiori rappresentanti della sua generazione. Apritore e ripetitore di vie difficili ed estreme, era divenuto celebre per aver ripetuto a soli 20 anni la via Solleder sulla nord-ovest del Civetta, e ancora per la prima ripetizione della via Bonatti al Petit Dru, nel 1956. Poi molte altre, su tutto l’arco alpino. Difficile riassumerle tutte. Questo senza dimenticare le spedizioni extraeuropee, che l’hanno visto protagonista sul Denali (6190 m, Alaska) nel 1969.

L’imprenditore

Un legame difficile da scindere, quello con la montagna. Difficile che il cervello non tornasse continuamente lassù, su quelle parete difficili. Ma non sempre, perché il lavoro nella vita di Dino Piazza era al primo posto, sempre, come dimostra anche il titolo del documentario di Nicoletta Favaron “Prima il dovere”.

Nel 1970, insieme all’amico alpinista Emilio Ratti, Piazza decise di mettersi in proprio, aprendo una piccola officina meccanica dove poter lavorare il ferro. L’idea per questo progetto nacque proprio in montagna, in quell’ambiente capace “di pulirmi a fondo il cervello”.

Inizialmente la sede fu un piccolo garage, dove alloggiare i macchinare per realizzare stampi con cui lavorare il ferro. Dopo qualche tempo venne uno stabilimento più grande, a Lecco. Oggi l’azienda conta sedi diverse nel mondo, tra cui una filiale in Brasile.

Il Frêney

Uomo risoluto e dal carattere solare, capace di tessere relazioni con le giovani generazioni di scalatori. Sempre pronto a fare il suo per aiutare chi dovesse aver bisogno di un aiuto in montagna. Tra gli eventi che l’hanno riguardato in prima persona la tragedia del Frêney, di cui è stato l’ultimo testimone.

Sarebbe dovuto essere in cordata con Walter Bonatti, Andrea Oggioni e Roberto Gallieni, nel tentativo di salire l’inviolato Pilone Centrale del Frêney. Era il luglio del 1961 e, sfortuna, un contrattempo lo fece desistere dal tentare l’impresa. Quando poi, pochi giorni dopo l’attacco alla parete, i giornali iniziarono a dare notizia dell’accaduto Piazza non poté fare a meno di avere un sussulto. I compagni erano bloccati e in difficoltà insieme ad altri quattro alpinisti francesi. Non c’è stato bisogno di pensare al da farsi, che già era in auto insieme ad altri volontari, per dare una mano agli amici. Fu un tentativo a vuoto il suo, perché dopo aver raggiunto la capanna Gamba, gli venne intimato di non intralciare le operazioni già in corso. Una vicenda che in qualche modo avrebbe lasciato il segno in Dino, impossibilitato a dare una mano, a tentare il salvataggio dei suoi amici in difficoltà.

Dino Piazza lascia la moglie, Maria Clara Alpippi e i figli Daria e Arnaldo. I funerali si terranno a Castello di Lecco, nella chiesa dei SS Gervaso e Protaso, martedì 27 febbraio alle 10.45.

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