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Tra crisi climatica globale e modernità imperante, paura per il Mustang

Precipitazioni in calo, maggiore aridità del suolo, dissesto idrogeologico e piene improvvise sono solo alcuni dei fenomeni climatici contrastanti, e sempre più severi, che si trovano a vivere le popolazioni che abitano la regione del Mustang, in Nepal a causa della crisi climatica globale.

Un territorio che si può definire senza molti dubbi come l’area etnica tibetana più autentica. La parte superiore di quest’area vive periodi sempre più lunghi di siccità, mentre nella parte inferiore della regione si trovano a dover far fronte a sempre più frequenti eventi violenti e distruttivi. 

Qual è la conseguenza di questa estremizzazione del clima? Un’accelerazione dello spopolamento.
Ogni anno sono sempre più le persone che si trovano a lasciare la propria casa nella ricerca di un futuro meno complicato e, soprattutto, meno dipendente dai cicli stagionali e dal legame con il territorio. Chi scende verso valle non progetta di tornare, facendo temere per la perdita culturale in atto, per la possibilità che si cancelli la memoria di un’area rimasta integra attraverso ai secoli. Merito della politica conservatrice del Nepal che, nonostante la fine del regime monarchico in Mustang, ha sempre guardato con attenzione a un possibile sfruttamento della regione. 

Gli eredi dell’ultimo monarca, Jigme Dorje Palbar Bista, si stanno infatti impegnando per portare avanti una politica di sviluppo sostenibile, attenta a preservare l’identità culturale della zona. Una visione che si scontra, giorno dopo giorno, con la modernità sempre più imperante. Con la continua attrazione verso una connessione globlale, come la strada realizzata negli ultimi anni per connettere l’alto Mustang con Pokhara, la seconda città del Nepal.  

Altre minacce oltre alla crisi climatica

A minacciare ulteriormente il Mustang, oltre allo spopolamento dovuto alla crisi climatica, i possibili interessi commerciali della Repubblica Popolare Cinese, che da tempo preme sul governo nepalese affinché venga concessa l’autorizzazione alla costruzione di una strada che dal confine con la Cina, presso il Kore-la pass, scenda attraverso la regione per andarsi a ricongiungere con la traccia asfaltata che raggiunge Pokhara. Una porta di accesso importante per poter raggiungere l’India e quindi i mercati mondiali. Un evento che avrebbe un impatto senza precedenti sulla regione, che porterebbe alla completa perdita di un substrato culturale oggi già compromesso dalla crisi climatica.

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Caro energia, inverno dello sci a rischio – Mountain Genius
1 anno fa

[…] 10 Ottobre 2022 0 […]