- Dicembre 7, 2022
- 1:51 pm
Finalmente! La montagna al centro dell'attenzione dell'ONU
di Agostino Da Polenza
Stavolta l’elefante ha partorito la montagna, mica un topolino. Dopo la COP 27, insabbiatasi sulle coste del Mar Rosso, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ci riserva una bella sorpresa, approvata da 110 governi (numero altissimo) e negoziata nel Palazzo di Vetro da bravi diplomatici italiani e dai loro colleghi kirghisi: la Risoluzione sullo Sviluppo Sostenibile della Montagna.
La Risoluzione sullo Sviluppo Sostenibile della Montagna, un documento epocale che nasce anche grazie ai diplomatici italiani
Per le montagne e i suoi abitanti ma non solo è un documento epocale. Sono 10 pagine e 28 articoli, che incoraggiano e chiedono ai Governi, alle Agenzie dell’ONU, alle Istituzioni e a tutte le organizzazioni sociali ed economiche che hanno a che fare con le montagne nel mondo, di occuparsene con intensità e determinazione, collaborando tra loro, ribadendo che le montagne sono vitali e fondamentali per il futuro dell’umanità.
Per questo l’Assemblea Generale ha deciso di proclamare dal 2023 al 2027 “Cinque anni di azione per lo sviluppo delle regioni montane”. Azione, non chiacchiere; un quinquennio di “particolare” attenzione e intenso lavoro per le montagne e per chi in montagna ci vive.
Le montagne non son affatto territori “marginali” come conformismo e ignoranza ci propinano. Un terzo delle terre emerse della Terra e più del 20% della popolazione del mondo le abita. In Italia il rapporto è anche superiore.
Questa delle Nazioni Unite è invece una risoluzione che mette i piedi sul terreno, declinando la specificità dei territori montani, i punti di forza e le vulnerabilità, che indica rimedi e le politiche per attuarli, siano riferiti alla natura o ai sistemi sociali e culturali.
I contenuti della Risoluzione
Nella risoluzione è scritto che la salvaguardia delle conoscenze tradizionali deve camminare con i centri di eccellenza per lo sviluppo sostenibile con il miglioramento del reddito per le comunità montane locali. Vengono incoraggiate le soluzioni innovative, l’imprenditorialità e l’economia green e circolare, per alleviare l’isolamento e la povertà, per attivare soluzioni sostenibili di adattamento alle conseguenze negative, spesso catastrofiche dei cambiamenti climatici. All’interno della risoluzione si legge che l’energia e la sua disponibilità, spesso collegata alle risorse idriche che si generano sulle montagne, sono beni che devono esser accessibili alle migliori condizioni per la gente di montagna.
Le comunità di valle, agricole e produttive, devono mantenere e vedere valorizzato il loro ruolo di custodi del patrimonio naturale, della biodiversità e delle specificità agricole e alimentari, vanno garantiti strumenti educativi, culturali e sostegni economici utili al mantenimento del lavoro dignitoso per i giovani, per la parità di genere, il diritto a migliorare le proprie condizioni di vita e benessere.
Ripreso anche all’interno della risoluzione, il concetto di ONE HEALT e della sua applicazione è un punto chiaro. È il richiamo all’attenzione degli Stati e delle Istituzioni, delle comunità e delle persone verso la salute dell’uomo.
Certo la pandemia ha colpito duro e speriamo insegnato qualcosa ma la salute da rispettare e curare è anche quella della natura, mi si conceda l’espressione francescana, quella dei nostri “fratelli” del mondo animale e vegetale. Siamo un’unica vita. Ed è vita anche il paesaggio, sono vita le montagne nelle loro espressioni geologiche e glaciali.
Quali sono le raccomandazioni contenute nella Risoluzione?
Nella risoluzione si fa riferimento alle montagne come “sentinelle scientifiche ambientali”, alla criosfera come elemento di positiva importanza ma anche alla criticità delle risorse idriche e del dissesto idrogeologico. La raccomandazione è alla ricerca, allo studio, alla condivisione dei dati, delle informazioni, delle best practice, ma anche delle tradizioni come delle conoscenze innovative.
Il cancro della terra lo si sconfigge con il sapere, il coraggio, la generosità degli uomini, come accade per quello umano. Per questo è forte da parte delle Nazioni Unite che si esprimono in questi giorni per le montagne, l’invito agli Stati “a rafforzare la cooperazione scientifica… e la condivisione dei risultati”.
Anche l’ambientalmente temuto turismo viene promosso quando accetta il principio di sostenibilità e consapevolezza e “genera benefici economici per le comunità locali”. Nel documento si evidenzia poi che le foreste, sono un punto cruciale delle terre alte della Terra, sono i catalizzatori delle risorse idriche i serbatoi della biodiversità e assorbono i gas serra riducendo gli impatti ai cambiamenti climatici. Vanno governate con rispetto e curate, quelle montane per certi versi sono ancora più delicate.
Chi sono gli interlocutori coinvolti?
I giovani delle montagne sono uno dei patrimoni che la risoluzione dell’ONU tiene un maggiore conto. E’ determinante il rafforzamento del loro ruolo con l’istruzione, la formazione, la conoscenza degli ecosistemi montani, le sfide per il lavoro e il benessere, spesso negato ma sempre legittimo, tenendo presente che l’inazione avrebbe un ingente costo in termini economici, sociali e ambientali.
Gli Stati, le Istituzioni e le Comunità sono in ogni articolo di questa risoluzione, richiamati a un pressante dovere di intervento e azione, ma anche la finanza internazionale sempre più ricca e dominante, è invitata al confronto con il futuro critico dell’umanità.
Anche la finanza privata si sta dando delle regole con i bilanci di sostenibilità, Enveromental, Social, and Corporate Governance–ESG , che sono ormai il presupposto di accettabilità e onorabilità di molte grandi aziende e organizzazioni finanziarie nei mercati internazionali. Le Nazioni Unite con questa risoluzione chiedono strumenti per spostare il paradigma del finanziamento della protezione ambientale e dello sviluppo sostenibile, dalla finanza pubblica, sempre più risicata, a quella dell’impegno “obbligato” della finanza privata.
La piattaforma EcoGENIUS a cura di EVK2Minoprio
Per questo obiettivo e in perfetta coerenza con quanto riporta la risoluzione dell’ONU, è in gestazione in questi mesi a cura di EVK2Minoprio, a Bergamo, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e due giganti internazionali della gestione amministrativa e dell’ingegneria ambientale, PWC e Ramboll, la piattaforma EcoGENIUS, che applica la tecnologia blockchain per trovare sul mercato finanziario risorse per l’ambiente.
Con il Parco delle Orobie Bergamasche stiamo lavorando in questa direzione. Sono molti i progetti nel cassetto con ambizioni di miglioramento e adattamento delle nostre montagne ai cambiamenti climatici, pochissimi i soldi pubblici disponibili, ed EcoGENIUS è un’opportunità in più. In parallelo e su una scala molto più grande stiamo anche applicando EcoGENIUS anche al Gilgit-Baltistan, la regione del Pakistan che al vertice vanta il K2. Un gemellaggio operativo e ideale tra le montagne della bergamasca e quelle del Karakorum.
[…] 14 Dicembre 2022 4 […]